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Sabato 22 marzo 2014 - Flash mob Giornata mondiale dell'acqua 2014

Dettagli
Notizie locali
20 Marzo 2014

flash mob giornata mondiale acqua 2014

 

FLASH MOB GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA 2014


in collaborazione con LVIA

 


 

Sabato 22 marzo ore 16 - Piazza Vittorio - Torino

LE NOSTRE ENERGIE PER IL DIRITTO ALL'ACQUA

Grande Circolo Circassiano

portando indosso qualcosa di azzurro

musica Folk Le FouRire

vi aspettiamo tutt* alle 16 in punto!
e invitiamo musicisti e ballerini occitani ad unirsi al grande Circolo per l'acqua pubblica!

In piazza sarà possibile anche firmare per la revoca delle delibere della Provincia contrarie alla trasformazione di Smat in azienda speciale consortile.

A seguire dalle 21 serata ballo folk al Sermig con Le Fourire e Controcanto per raccolta fondi progetti per l'accesso all'acqua di LVIA.

Diffondete!!!

 

Sic vos non vobis al PAV - Parco Arte Vivente

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Notizie locali
14 Marzo 2014

sic vos non vobisAndrea Caretto | Raffella Spagna, Céromancie: sept questions au fleuve Rhone, 2011

al Parco Arte Vivente

SIC VOS NON VOBIS (PER VOI MA NON VOSTRA)


a cura di Claudio Cravero
Andrea Caretto|Raffaella Spagna, Amit Mahanti e Ruchika Negi, Géraldine Py e Roberto Verde,
Marie Velardi 

Il titolo dell’esposizione riprende in latino un aneddoto storico nel quale Virgilio, di fronte al plagio di una sua opera, avrebbe risposto dicendo “Sic Vos Non Vobis” (Per voi ma non vostra). Si tratta in ogni caso di una frase che, in seguito e in altri contesti, è possibile trovare incisa su alcune fontane  pubbliche di diverse città italiane. Nell’esposizione Sic Vos Non Vobis diventa così una sorta di  “statement” a ricordare quanto le acque scorrano naturalmente per loro stesse e a beneficio anche dei  cittadini, ma che non sono di proprietà di nessuno.

I lavori esposti disegnano una sorta di cartografia dell’acqua, il bene comune per antonomasia. Ma le  opere indagano l’elemento acqua da un punto di vista narrativo e cognitivo, al di là dell’immagine più  immediata che la vedrebbe “contenuta” o “raccolta” nella tipica forma di una fontana. Il PAV diventa  allora contenitore di una serie di video, installazioni, disegni e di una documentazione storica sulla  costruzione della diga di Génissiat (1949), grazie al cortese prestito della Compagnie Nationale du
Rhône, mettono in evidenza quel gioco di tensioni tipico del potere e della volontà di controllo. Esse rappresentano un insieme di forze che, tese tra loro, vedono l’acqua in bilico tra l’essere considerata  un bene pubblico intoccabile e la sua privatizzazione a pura merce di profitto.


All’ingresso del PAV è allestita Robinet, installazione di Géraldine Py e Roberto Verde (1986,  Francia; 1981, Italia; vivono a Bruxelles). Da una sorta di rubinetto fuoriescono delle gocce d’acqua  che bloccano il possibile volo di un palloncino gonfiato a elio. Nell’opera si palesano in modo tangibile  gli sforzi spesso necessari per contrastare conflitti e tensioni, come quelli che investono l’acqua  descritti da Shiva Vandana in Le Guerre dell’acqua. Nella serra è inoltre esposta la serie di acquerelli  Aquifers di Marie Velardi (1977, Ginevra; vive tra Svizzera e Francia). Lo studio e la ricognizione di 37  falde acquifere in diverse parti del mondo rileva la precarietà di determinati territori e mette in luce  come lo sfruttamento delle acque sotterranee sia strettamente collegato all’elemento “tempo”. Si tratta di un aspetto pressoché trascurato nelle politiche di approvvigionamento dei bacini idrici e che incide in  modo irreversibile sulla futura accessibilità all’acqua da parte delle prossime generazioni.


Sempre nella serra, come due superfici specchianti collocati su un’impalcatura metallica, è esposta  Cracks I seldom reveal, la nuova proiezione video di Amit Mahanti (1978, Shillong) e Ruchika Negi  (1979, Bangalore) del collettivo indiano Frame Works. La loro ricerca esplora la cosiddetta “Ecologia umana” intorno ai temi dell’acqua. Riflettendo su una geografia allargata e mettendo a confronto due  precisi territori (Torino e lo stato del Sikkim nei pressi dell’Himalaya), Mahanti e Negi ragionano sulla
dicotomia “accesso” ed “eccesso” delle fonti idriche, restituendo un’immagine speculare delle due aree  attraverso una rilettura del mito di Narciso. Il risultato delle loro lunghe ricerche appare come un report  di viaggio caratterizzato da risposte piuttosto che da domande, una sorta di dialogo inframmezzato da momenti di silenzio e dagli echi dei due paesaggi.

Nella project room, infine, è esposta Céromancie: sept questions au fleuve Rhône, di Andrea Caretto | Raffaella Spagna (1970, Torino; 1967, Rivoli). Nell’installazione, formata da sette oggetti in paraffina esposti su un tavolo luminoso, i due artisti presentano il risultato di uno studio svolto durante  una residenza presso Moly-Sabata (F), nel 2011, lungo il tratto del Rodano tra Valence e Lione. Le  sette sculture in cera costituiscono le risposte alle domande poste al fiume secondo la pratica  tradizionale e divinatoria della ceromanzia. Questi calchi rappresentano la materializzazione delle forze di tensione superficiale dell’acqua, incorporazioni del campo di forze agente in quello specifico tratto
fluviale. La volontà di controllo e l’esercizio del potere umano sul corso del fiume sono inoltre ben riassunti in Le contrôle des cinq écluses, video che testimonia l’attraversamento dei due artisti nel territorio rodaniano e che - sul modello delle telecamere a circuito chiuso - riporta la totale supervisione delle chiuse del fiume.

Nel suo insieme e con diversi mezzi, Sic Vos Non Vobis mostra dunque l’esperienza umana del rapporto artista/paesaggio/acqua. Quell’esperienza che, attraverso scale e proporzioni differenti, ricorda il bene più prezioso tra tutti i commons, quell’ “oro blu” senza il quale non vi sarebbe alcuna forma di vita.

 

11 marzo 2013 Beni Comuni: parliamo la stessa lingua?

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Notizie locali
07 Marzo 2014
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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Comitato Acqua Pubblica Torino

c/o Arci - Via Mantova 34 - 10153 Torino

www.acquapubblicatorino.org

acquapubblicatorino@gmail.com

 

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Beni Comuni: parliamo la stessa lingua?

 

Invito

A due momenti di condivisione di pensieri e proposte

per arrivare a parlare la stessa lingua

 

Martedì 11 marzo, ore 21-22,30 al Caffè Basaglia – via Mantova 34 , Torino

 

Dedichiamo la prima parte della riunione del Comitato Acqua Pubblica Torino a chiunque voglia liberare il Bene Comune dal ciarpame  del luogo comune.

L’avv. Alice Cauduro svilupperà con noi queste riflessioni: “ Si può dire che l’espressione bene comune sia ormai entrata nel linguaggio (appunto) comune. Il suo senso è, però, tutt’altro che definito. Sentiamo, infatti, spesso attribuirle i più diversi significati. Ci ripetiamo, perciò, quanto sia importante trovare, innanzitutto, un nostro terreno comune. Di quanto sia necessario provare a dare sostanza a queste parole ed affermare un significato capace di evitarne quantomeno la banalizzazione. Se è evidente che l’affermazione dei beni comuni è questione (di) pratica, possiamo, però, trovare nel linguaggio del diritto un supporto alla nostra “ricerca”.

Il dibattito giuridico sui beni comuni ha provato di recente a portare fuori dalle “stanze istituzionali” domande quali: cosa vuol dire bene comune? Cosa fa la differenza del bene comune? Come gestiamo un bene comune? Domande impegnative che non hanno risposte giuridiche “categoriche”.

Ma se vogliamo parlare di beni comuni viene da domandarsi se non sia anche necessario mettere innanzitutto davvero in comune la conoscenza (tanto quella specifica individuale quanto quella specifica collettiva). Sforzarsi cioè di rendere fruibile appieno la propria parte di sapere. Insomma, pensare in termini di beni comuni non presuppone, forse innanzitutto, di tradurre il proprio linguaggio e condividere davvero ciò che si conosce?

Per la conoscenza giuridica sembra utile, ad esempio, chiarirci, prima di tutto, sui concetti di proprietà  pubblica e privata, di bene e di patrimonio, sul loro rapporto con la persona, su quali siano i principi e le norme (prime tra tutte quelle costituzionali) che li regolano, su quali siano i loro limiti e quali le potenzialità inespresse. Condividere la conoscenza di alcuni termini del vocabolario giuridico come strumento per leggere le varie “visioni giuridiche” dei beni comuni che animano il dibattito attuale. Si parlerà così dei beni comuni attraverso alcune delle elaborazioni degli studiosi del diritto e per come li interpreta il c.d. diritto vivente.  Proviamo, insomma, a decodificare un linguaggio (quello giuridico) quanto mai utile alla nostra “ricerca” cercando, innanzitutto, di non perderci tra le parole.”




Mercoledì 12 marzo,  ore 21 – al Caffè Basaglia – via Mantova 34 – Torino

Lancio della campagna STOP TTIP – Trattato di Partenariato USA- UE sul Commercio e gli Investimenti : Il nostro pianeta non è al servizio delle multinazionali.

Sarà presente Alberto Zoratti di Fairwatch e coordinatore della Campagna STOP TTIP

Vai all'evento su facebook

Un Trattato dell'altro mondo: il TTIP, partenariato transatlantico tra USA e UE

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Notizie locali
10 Febbraio 2014

ttip

Dal sito www.attactorino.org

Un Trattato dell'altro mondo

sul libero commercio tra USA e UE negoziato in segreto

per demolire lo Spazio Sociale Europeo

e ogni tutela sul lavoro, la salute, l'ambiente 

E' il TTIP:

Trattato di Parternariato UE-USA sul Commercio e gli Investimenti

 

SCARICA IL QUADERNO DI ATTAC TORINO Un Trattato dell'altro mondo: il TTIP, partenariato transatlantico tra USA e UE

 

Intervento della Prof. Alessandra Algostino - UniversAttac 29 gennaio 2014

 

23 gennaio 2014 - Al TAR Piemonte: siamo cittadini, non sudditi

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Notizie locali
22 Gennaio 2014

 

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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Comitato Acqua Pubblica Torino

c/o Arci - Via Mantova 34 - 10153 Torino

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Il TAR Piemonte ci considera sudditi, non cittadini, 

e ci ammonisce a non rialzare la testa condannandoci a pagare 12.500 euro al Comune di Torino, alla Finanziaria Città di Torino, ad AMIAT, GTT, TRM e IREN

 
Nel novembre 2011, con un esposto presentato su nostra iniziativa,  dieci cittadini torinesi (contribuenti, utenti e lavoratori delle aziende municipali) si erano rivolti al TAR  del Piemonte per contestare le scelte fatte dalla Giunta Comunale,  relative alla privatizzazione dei servizi pubblici locali: AMIAT, TRM (inceneritore), GTT.

Chiedevano ai giudici, con varie e documentate ragioni, di valutare se quelle scelte, prese con modalità tutt’altro che trasparenti,  non avrebbero contribuito a peggiorare la qualità dei servizi resi al cittadino e ad aumentarne i costi.

Nei giorni scorsi il TAR ha sentenziato che i 10 torinesi che ad esso si erano appellati non erano legittimati a farlo perché le delibere di privatizzazione di un servizio non sono impugnabili in quanto non comportano ricadute immediate sul servizio.

Senonchè, dopo la privatizzazione, gli atti del privato di riduzione del servizio per esigenze economiche non possono più essere impugnati, non trattandosi di provvedimenti amministrativi, ma, appunto, di decisioni legittimamente assunte da un imprenditore privato.

Il TAR del Piemonte non pronuncia quindi  una sentenza per rispondere alle concrete motivazioni che avevano spinto al ricorso, bensì una sentenza che preclude ai cittadini la possibilità di difendersi da scelte che ritengono per loro dannose.

E per meglio sottolineare il concetto, il TAR del Piemonte infligge ai ricorrenti sanzioni pecuniarie per  12.500 Euro!

Quanto è salata la multa per chi disturba il manovratore!!!

Un manovratore (la Giunta Fassino, con l’avallo della maggioranza del Consiglio Comunale) che, ignorando che Torino è una delle città più inquinate d’Europa


- ha sostanzialmente bloccato la raccolta differenziata per bruciare i rifiuti nell’inceneritore, che sputa fumi e polveri inquinanti e dannose per la  salute dei cittadini

- si nasconde dietro il discutibile ritornello della mancanza di risorse, per coprire la totale assenza di un piano strategico per la mobilità urbana e lo sviluppo del trasporto pubblico, indispensabile per soddisfare le esigenze dei torinesi e abbattere le emissioni di gas di scarico

- sta costantemente peggiorando il servizio di trasporto pubblico di superficie, con eliminazione di linee, passaggi diradati, smantellamento graduale della rete tranviaria (non inquinante), ignorando le lunghe attese alle pensiline, i mezzi carichi come carri bestiame, il disagio sopportato dalle persone, soprattutto anziane.

Non ci arrendiano,continueremo a porre le stesse domande:

-  Chi, se non i cittadini, può contestare gli atti dei propri amministratori?

-  Che giustizia è quella che consente solo a chi ha disponibilità economiche di difendere i propri diritti?


Pensiamo che queste domande siano legittime e vadano fatte, e per questo sosterremo in tutti i suoi successivi sviluppi, anche giudiziari, l’iniziativa dei nostri 10 concittadini e chiediamo fin d’ora condivisione e aiuto, anche economico per il quale stiamo costituendo un fondo “ad hoc”.

Vogliamo credere, nonostante tutto, di vivere in una democrazia.

Vogliamo credere che chi ci rappresenta debba rendere conto del suo agire.

Vogliamo credere che Torino non sia un affare per pochi.

Vogliamo credere che Torino sia dei torinesi

Torino, 23 gennaio 2014

 

LEGGI l'articolo su il manifesto di domenica 26 gennaio 2014

LEGGI la DELIBERA DI PRIVATIZZAZIONE di AMIAT, GTT e TRM del Comune di Torino (novembre 2011)

LEGGI il testo del RICORSO, al quale sono seguiti ben sette motivi aggiunti

LEGGI la SENTENZA

LEGGI il nostro PRIMO COMUNICATO

 

Altri articoli …

  1. Milano, 18/01/2014 - Convegno "PER IL DIRITTO ALL’ACQUA - CONTRO LA TARIFFA-TRUFFA DELL’AEEG"
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