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Crisi idrica e sprechi

Ultime notizie:

  • 16 febbraio 2023 - Quanti anni sono necessari per ridurre le perdite di un acquedotto? (Simulatore) 
  • 16 febbraio 2023 - Scende la pioggia? Mah, chissà... 
  • 7 gennaio 2023 - Spreco idrico del 34%: basta parole, chiediamo fatti 
  • 12 agosto 2022 - Crisi idrica - andrà tutto bene? 
  • 30 giugno 2022 - Il Comune di Perrero dà l'esempio 
  • 23 febbraio 2022 - Montagna scavata, acqua sprecata 
  • 12 novembre 2021 - Enorme spreco idrico prodotto dagli scavi TAV 
Crisi idrica e sprechi

Giornata mondiale dell'acqua 2023

Dettagli
Crisi idrica
15 Marzo 2023

ABCTO Logo intestazione

 

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA 

Scende la pioggia? Mah, chissà...

Alla siccità incombente si pensa di porre rimedio con la nomina di un Commissario straordinario che dopo tanti anni di sfruttamento della risorsa idrica, di spreco e di scarsa manutenzione, non potrà che razionare l’acqua o chiudere i rubinetti.

Il Governo si affida a un moderno Mago della Pioggia invece di varare con urgenza un grande piano di sostituzione delle tubature vetuste e ammalorate: quelle di SMAT perdono 103.697.441 metri cubi di acqua all’anno, il 34% della quantità prelevata. Basta lesinare sugli investimenti e sulla manutenzione al solo fine di accumulare profitti di 30 – 40 milioni di euro l’anno.

È indispensabile una forte pressione dell'opinione pubblica contro le politiche che stanno determinando l'attuale crisi climatica e idrica, dominate da una micidiale miscela di ignoranza, sottovalutazione dei rischi e cieca determinazione a fare affari.

La scarsità della risorsa idrica richiede una gestione pubblica e partecipata dai cittadini, volta alla tutela dell'acqua nell'interesse collettivo, con politiche lungimiranti, che sappiano riorientare il nostro modo di produrre e consumare.

Di questo chiederemo di parlare al Convegno

L’acqua in un clima che cambia

martedì 21 marzo ore 9.00

 Museo A come Ambiente – Corso Umbria 90, Torino

e con tutta la cittadinanza

mercoledì 22 marzo a partire dalle ore 16.00  

presidio davanti al Municipio di Torino

in Piazza Palazzo di Città, con parole, suoni, immagini

 

LEGGI IL VOLANTINO E GUARDA LE FOTO 

Torino, 22 marzo 2023

Quanti anni sono necessari per ridurre le perdite di un acquedotto?

Dettagli
Crisi idrica
16 Febbraio 2023

Secondo la classificazione prevista da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), gli acquedotti sono suddivisi in classi di appartenenza che individuano per ciascuna gestione l’obiettivo di miglioramento o mantenimento di qualità tecnica.
L'acquedotto di Smat spa, col suo 34% di dispersione, rientra in classe B. Quanto ci vorrà, dati gli obiettivi prefissati, per migliorare al punto di rientrare nella classe superiore (A)?
Prova il simulatore e verifica se coloro che hanno in mano il governo dell'acqua stanno affrontando il problema della riparazione degli acquedotti con la necessaria celerità o se invece se la stiano forse prendendo un po' comoda...

Istruzioni

Si possono inserire i dati (a vostro piacimento) nelle caselle evidenziate in giallo. Il risultato nella casella azzurra indica quanti anni saranno necessari per raggiungere l'obiettivo prefissato. 
Per l'anno 2021 i dati di SMAT sono i seguenti, è sufficiente sostituirli con quelli della vostra Azienda idrica: 
  • Lunghezza dell'Acquedotto: 12842 Km (Dato estratto dal BILANCIO_SMAT_31-12-2021_approvato_assemblea.pdf a pag. 11)
  • Quantità di Acqua Distribuita: 201454818 metri cubi (Risposta SMAT a richiesta Atti tramite email a Mariangela del 21/10/2022)
  • Quantità di Acqua Prelevata: 305152259 metri cubi (Risposta SMAT a richiesta Atti tramite email a Mariangela del 21/10/2022)
  • % Dispersione Obiettivo: A vostro piacere. È la percentuale di dispersione che si desidera complessivamente ottenere.
  • % Recupero Annuo: Sempre a vostro piacere. È la percentuale di recupero delle perdite al km in ciascun anno. ARERA assegna come obiettivo per gli acquedotti in classe B come SMAT il 2%

 

Lunghezza dell'Acquedotto [km]
Quantità di Acqua Distribuita (Acqua in uscita) [metri cubi]
Quantità di Acqua Prelevata (Acqua in ingresso) [metri cubi]
% Dispersione Obiettivo
% di recupero annuo al km
Gli anni necessari per raggiungere l'obiettivo sono:


 

DALLE 2023 02 10 09.31.08 a broken water mains pipe with water leaking out and lost in the ground 580x580

Immagine generata con https://labs.openai.com/

Scende la pioggia? Mah, chissà...

Dettagli
Crisi idrica
16 Febbraio 2023

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La memoria di chi vive in Piemonte non ricorda una simile scarsità d'acqua.

La Regione ai piedi delle più alte montagne d'Europa, che con i loro ghiacciai alimentavano i nostri grandi fiumi (“Scendono pieni, rapidi, gagliardi...” poetava Carducci), sta diventando sempre più arida e, stando a quanto riportano ormai quasi ogni giorno i giornali, la peggiore per siccità in Europa.

Probabilmente nessuno avrebbe immaginato di vivere tale situazione, con le conseguenze che già si stanno verificando e che sempre più impatteranno sulla nostra quotidianità.

Ma tutto questo non è occasionale o frutto di circostanze sfortunate.

Anni di incuria e sprechi, del prevalere di interessi economici e speculativi nella gestione del territorio stanno presentando il conto.

Non vale solo per il Piemonte, ovviamente. La crisi idrica è un enorme problema per l'Italia e per l'Europa.

Da parecchi anni la comunità scientifica ha lanciato l'allarme: il riscaldamento del pianeta prodotto delle attività umane è la principale causa dello scioglimento dei ghiacciai, dell'alterazione del ciclo delle piogge, dell'inaridimento di aree sempre più vaste di territorio. E, ammoniscono gli scienziati, il cambiamento del clima e il deterioramento delle condizioni ambientali sono ormai irreversibili, fattori strutturali e non emergenziali, da affrontare con urgenza e in modo prioritario.

Eppure, da parte delle nostre classi dirigenti non è venuta meno la sconsiderata concezione dell'acqua come risorsa inesauribile.

Non è stata programmato un piano organico per il rifacimento degli acquedotti, nonostante le perdite ingenti e la vetustà complessiva delle condutture. Né, da parte delle autorità competenti, ARERA in primis, sono stati posti ai gestori del servizio obbiettivi adeguati per una urgente riduzione delle perdite.

Basti pensare che l'obbiettivo di efficienza fissato da ARERA è pari al 25%1 delle perdite totali, cioè se un acquedotto perde un quarto dell'acqua immessa è ritenuto “virtuoso” e non vengono richieste azioni di miglioramento!

 Per gli acquedotti con perdite superiori, gli obiettivi di efficientamento sono tali da richiedere decenni per essere raggiunti!

La nostra SMAT spa, che perde il 34%2, se si attenesse a queste prescrizioni, raggiungerebbe il target del 25% delle perdite totali nel 2043!

Ottenuto quest’obbiettivo, ben un quarto dell’acqua verrebbe persa (3 laghi di Avigliana messi insieme), quando la media europea si attesta attorno al 15%3.

A dispetto delle tante dichiarazioni di cui spesso i nostri amministratori si riempiono la bocca, la cementificazione dei suoli ha proceduto inarrestabile ed è persino aumentata negli ultimi due anni.

20230216 DispersioneIdrica

Oltre a devastare il territorio favorendo dissesti e calamità, a distruggere terreni fertili e specie animali e vegetali, innalzare le temperature, deturpare la bellezza del paesaggio, il cemento impermeabilizza il suolo e impedisce l'assorbimento delle acque piovane, impedendo il naturale ciclo idrico e la normale ricarica delle falde.

Ignorando la volontà popolare espressa con i referendum del 2011 per la ripubblicizzazione del servizio idrico, tutti i governi da allora succedutisi si sono pervicacemente impegnati nella direzione opposta, cercando in tutti i modi di favorirne la privatizzazione. Proprio quando la scarsità della risorsa richiede una gestione pubblica e partecipativa dei cittadini, volta alla tutela dell'acqua nell'interesse collettivo, si sceglie di favorire chi sull'acqua intende speculare e fare profitti.

In un tale stato di cose, non stupisce che poco o nulla sia stato fatto per creare una cultura del rispetto per l'acqua che è una risorsa limitata, e come tale va utilizzata. Mancano quindi interventi strutturali per sensibilizzare in questo senso l'intera popolazione, a partire dalle scuole.

E, forse, ciò si spiega anche con il timore che una diffusa consapevolezza possa turbare lo status quo.

Una forte pressione dell'opinione pubblica su questi temi renderebbe più difficile proseguire con le politiche che provocano l'attuale crisi ecologica, dominate da una micidiale miscela di ignoranza, sottovalutazione dei rischi e cieca determinazione a fare affari.

Insomma, con tali presupposti anche i provvedimenti che in tempi brevi dovranno inevitabilmente essere adottati rischiano di seguire logiche miopi, prive di un'indispensabile visione di lungo periodo.

Si parla insistentemente di realizzare nuovi invasi ma, a parte il loro pesante impatto ambientale, per riempirli occorrono le piogge, che scarseggiano, senza contare il problema dell'evaporazione nei mesi caldi. È invece indispensabile investire subito nella riduzione delle perdite e degli sprechi, determinate da una trascurata manutenzione e dalla mancata sostituzione dei tubi negli anni.

Sempre più impellente è la necessità di politiche lungimiranti, che sappiano riorientare il nostro modo di produrre e consumare, non più limitate da una concezione puramente economicista della realtà, volta ad estrarre valore finanziario da ogni risorsa naturale.

Dovremo attendere che i rubinetti restino a secco prima che questo accada?

 

Quanti anni sono necessari per ridurre le perdite di un acquedotto? Prova il simulatore.

 

(1) Delibera ARERA 917 del 2017

(2) Dati al 2021 dichiarati da Smat  SpA: acqua immessa in rete (Smat la definisce acqua prelevata dall’ambiente) : mc 305.152.259, acqua erogata mc 201.454.818,

(3) Eunews del 12/01/2023, fonte ARERA Commissione Ue

 

Torino, 16 febbraio 2023

Spreco idrico del 34%: basta parole, chiediamo fatti

Dettagli
Crisi idrica
07 Gennaio 2023

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Il consiglio comunale di Torino si accinge a discutere il bilancio di previsione 2023. Saprà essere all’altezza delle sfide poste dalla crisi climatica alla gestione della nostra acqua? A partire dalla più cruciale di tutte: lo spreco idrico. I dati forniti da SMAT Spa in seguito a un lungo e laborioso accesso civico ai documenti, sono ormai scandalosi:

Anno 2021 – intero ambito torinese

  • 305.152.259 mc di acqua prelevata dall'ambiente;
  • 201.454.818 mc di acqua consumata/utilizzata;
  • 103.697.441 mc di perdite totali di acqua, pari quindi al 34% della quantità prelevata.

Le perdite delle reti idriche sono principalmente dovute ad una trascurata manutenzione ed alla mancata sostituzione dei tubi negli anni, che hanno portato all’attuale drammatica situazione.

Chiediamo: a cosa serve il programma dei mega investimenti per i nuovi invasi - vedi diga Tournon (già Combanera) – presentati da Smat SpA il 23 settembre scorso in VI e III commissione consiliare della Città di Torino all’interno del “Piano strategico di contrasto alla siccità”, se poi più di un terzo dell’acqua si perde nel percorso prima di arrivare ai rubinetti? E se poi succede che non piove e le dighe restano vuote, come è successo a Ceresole Reale questa estate?

Era già poco promettente il programma degli interventi approvato nel 2020 dalla Conferenza ATO3 che, per gli anni 2020-2023, destinava solo il 2% degli investimenti alla riduzione dello spreco idrico (indicatore M1 con priorità elevata).  Quanto di questo già scarno 2% è stato realizzato?

E’ ORA, se non già TARDI, di invertire le priorità degli investimenti!

La riluttanza di SMAT SpA a spendere per risparmiare acqua è evidente anche dal progetto di digitalizzazione delle reti finanziato dal PNRR, che da qui al 2028 si pone come unico obiettivo di rincorrere le falle con l’aiuto della tecnologia anziché di risolvere il problema alla radice.

I dati dimostrano ancora una volta come sia urgente e non più rimandabile un programma di integrale sostituzione della rete idrica, come ha fatto il Comune di Perrero, che gestisce in autonomia il proprio acquedotto.

Essenziale è anche il recupero sollecito e potenziamento delle capacità tecniche e progettuali all’interno di SMAT, per non affidare più la progettazione anche preliminare dei grandi lavori alle aziende appaltatrici, privandosi di ogni concreta possibilità tecnica non solo di progettazione ma anche e soprattutto di controllo sull’esecuzione e gestione delle opere stesse.

E ripristinare equità e trasparenza della tariffa: anche se Arera istiga ad addebiti ingiusti e ingiustificati come il ripristino sotto mentite spoglie del profitto sull’acqua,  il conguaglio che ci fa pagare anche l’acqua non consumata, o l’aggravio del 2% della tariffa che fa ricadere su tutti gli utenti l’onere della morosità non solo incolpevole ma anche di quella colpevole a solo vantaggio dei furbi e dei disonesti.       

Alla luce di queste problematiche chiediamo che il Consiglio comunale approvi al più presto un atto di indirizzo rivolto a SMAT SpA affinché dia priorità ad un piano di sostituzione della rete idrica a salvaguardia del più essenziale dei Beni Comuni, al potenziamento delle professionalità interne all’azienda e all’impiego degli utili a bilancio per la riduzione della tariffa. 

Torino, 7 Gennaio 2023

Riprendiamo la mobilitazione contro il decreto delegato sulla Concorrenza che rilancia le privatizzazioni

Dettagli
Crisi idrica
17 Ottobre 2022

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Varato dal Governo Draghi dimissionario il 16 settembre 2022, una settimana prima del voto, il decreto delegato di riordino dei servizi pubblici locali, si configura chiaramente come un “eccesso di delega” che non può in alcun modo essere accettato.

Discendente dalla Legge delega sulla concorrenza n. 118 del 5 agosto 2022, questo decreto

* esclude la possibilità per le aziende speciali di gestire i servizi a rete, ammessa dalla legislazione europea, nella stessa legge delega e mai messa in discussione in Parlamento

* reintroduce l’obbligo degli Enti Locali che scelgono l’autoproduzione dei servizi, di giustificare le ragioni del mancato ricorso al mercato, dizione espunta nel corso del dibattito parlamentare;

* stabilisce che tale relazione debba essere inviata all’Osservatorio per i servizi pubblici locali, ripristinando per questa via una “supervisione” nazionale che era stata esclusa in corso d’opera nella discussione del Parlamento.

Una volta insediato il nuovo Parlamento, il decreto delegato sarà esaminato dalle commissioni competenti per un parere solo consultivo, ma che necessita invece dell’intesa e cioè il consenso dalla Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Autonomie Locali), per poter essere rinviato al Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva. Ricordiamo che la “riforma Madia” sui servizi pubblici locali del 2016 venne giudicata incostituzionale proprio perché prevedeva solo il parere e non l’intesa con la Conferenza Unificata.

Ci troviamo di fronte ad un provvedimento che stravolge il mandato parlamentare e che non può che essere rigettato dal Governo entrante e dalle nuove Commissioni parlamentari competenti.

Dobbiamo quindi riprendere la mobilitazione dei mesi scorsi che ci ha portato all’approvazione dell’Art. 8 della legge sulla concorrenza. Non è un traguardo glorioso ma almeno lascia le cose come stanno, e chiude la strada alla privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali

Vi proponiamo perciò di incontrarci già il prossimo martedì 18 ottobre 2022, ore 21

per valutare insieme il da farsi,

da ACMOS in via Leoncavallo, 27- Torino

oppure a distanza collegandovi qui https://us02web.zoom.us/j/87609545568?pwd=dmxMVzFRbVlKY0tjZlI5d2wwQ2o3Zz09

Sbarriamo la strada a scelte che spingono verso la privatizzazione dei servizi pubblici locali e non rispettano l’esito dei referendum del 2011.Torino, ottobre 2022

Un buco nell'acqua: L'Espresso del 14 agosto 2022

Dettagli
Crisi idrica
16 Agosto 2022

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Alla redazione de L’ESPRESSO

all’attenzione del direttore Lirio Abbate e di Antonio Fraschilla

Finalmente un giornale importante come l’Espresso divulga nel numero 32 di Ferragosto le vere cause dell’immane spreco idrico che tuttora si compie nel nostro Paese dove la crisi climatica è aggravata dall’ignavia dei governi nazionali e locali nella tutela e gestione del bene comune acqua.

Peccato che a pag. 16 incorra nell’errore di attribuire alla Legge Galli l’avvio della privatizzazione del servizio idrico. Non è così, anzi: i tentativi di privatizzazione dell’acqua sono stati molteplici ma tutti sconfitti, a partire dal Referendum del 2011 fino al recente Art. 6 del DdL Concorrenza, che il Movimento dell’Acqua ha convinto il Parlamento a depurare di ogni apertura verso il privato.

La legge Galli, in realtà, consente diverse forme di gestione del Servizio Idrico Integrato: dalla gestione diretta fuori mercato da parte del Comune/i tramite Azienda Speciale Consortile o attraverso la forma giuridica dell’ “in house providing” (confermata di recente dalla Sentenza della Corte di Giustizia Europea ), alla gestione pubblico-privato (PPP) fino alla totale concessione al privato.

Segnaliamo che solo in Italia e nei Paesi meno sviluppati sopravvive l’obiettivo della privatizzazione dell’acqua, mentre nel mondo intero si sta ritornando alla sua proprietà e gestione pubblica, v.

  • L’Acqua pubblica è il Futuro, 2015,
  • Il ritorno alla gestione pubblica dei servizi di base, 2017, 
  • Il Futuro è pubblico, 2020.

Ringraziamo per l’attenzione e per la correzione che vorrete pubblicare.

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

www.acquabenecomunetorino.org

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

cell. 388 8597492

Torino, 16 agosto 2022

 

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