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Crisi idrica e sprechi

Ultime notizie:

  • 16 febbraio 2023 - Quanti anni sono necessari per ridurre le perdite di un acquedotto? (Simulatore) 
  • 16 febbraio 2023 - Scende la pioggia? Mah, chissà... 
  • 7 gennaio 2023 - Spreco idrico del 34%: basta parole, chiediamo fatti 
  • 12 agosto 2022 - Crisi idrica - andrà tutto bene? 
  • 30 giugno 2022 - Il Comune di Perrero dà l'esempio 
  • 23 febbraio 2022 - Montagna scavata, acqua sprecata 
  • 12 novembre 2021 - Enorme spreco idrico prodotto dagli scavi TAV 
Crisi idrica e sprechi

Crisi idrica - andrà tutto bene?

Dettagli
Crisi idrica
12 Agosto 2022

ABCTO Logo intestazione

 
In Piemonte non c'è mai stata così poca acqua nelle falde, scrive Repubblica del 10 Agosto, riportando le parole di Angelo Robotto, direttore di Arpa Piemonte.
A Torino la situazione appare un po’ meno peggio degli altri luoghi monitorati, tuttavia c’è poco da rallegrarsi dato che “anche le falde si prosciugano e a Torino il livello di soggiacenza misurato dal rilevatore di piazza d'Armi è di 22,8 metri, di poco superiore alla media che è di 22,38, ma nemmeno troppo lontano dal valore peggiore mai misurato che è 23,39 metri”.
 
Non ci risulta che queste notizie allarmanti sulle condizioni delle risorse idriche di Torino abbiano sollecitato qualche consigliere comunale a chiedere al Sindaco di intervenire nei confronti di SMAT ma anche degli utenti.
Finora Comune di Torino e SMAT hanno sempre negato che Torino possa avere in futuro problemi di approvvigionamento in quanto i Comuni della pianura attingono alla falda profonda.
 
Tuttavia lo stato della falda superficiale descritto nell’articolo è l’ennesimo segnale di una crisi che non sarà temporanea, in quanto effetto della crisi climatica.
Pertanto ci rivolgiamo al Sindaco di Torino, all’assessora Foglietta, ai componenti della VI Commissione Consiliare e della Commissione Servizi Pubblici Locali chiedendo se sono a conoscenza della situazione e quali provvedimenti sono stati presi per fronteggiare la siccità.
 
Dal canto nostro, riteniamo fondamentale:
 
  • Un piano per la ristrutturazione della rete idrica obsoleta che perde più del 30% in tutto l’ambito, destinando ad esso gli utili delle aziende che gestiscono il servizio;
  • Una corretta informazione della cittadinanza sulla necessità di risparmio idrico;
  • Ordinanze per evitare almeno gli sprechi più evidenti: lavaggio veicoli, strade (salvo necessità urgenti di igiene pubblica), innaffiamento giardini (almeno nelle ore diurne) - sono sicuramente misure impopolari, ma sarà ben più sgradevole per i cittadini vedersi razionare l’acqua in un prossimo futuro;
  • Ammodernare gli impianti di irrigazione in agricoltura (ad es. irrigazione a goccia) e utilizzare le acque piovane;
  • Incentivare la realizzazione di reti idriche duali e l’installazione di dispositivi per il  risparmio idrico nell’edilizia di servizio, residenziale e produttiva.
Torino, Agosto 2022
 

Il Comune di Perrero dà l'esempio

Dettagli
Crisi idrica
30 Giugno 2022

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La sostituzione delle reti degli acquedotti
continua a non essere una priorità per l’ATO3

 

Nonostante la nostra sollecitazione, la Conferenza d’Ambito, che riunisce i/le rappresentanti delle Aree omogenee e delle Unioni montane, nella riunione di oggi giovedì 30 giugno, dichiara che la situazione per la gestione dell’emergenza idrica è sotto controllo.

SMAT SpA ha pronte le autobotti per intervenire nei territori che dovessero rimanere senz’acqua, un sistema semaforico dà indicazione ai sindaci e alle sindache su quando emanare l’ordinanza per ridurre i consumi.

Un progetto da ben 50 milioni di euro è stato candidato al PNRR per la ricerca delle perdite di rete con alta tecnologia.

Non una parola sulla necessità di intervenire sulla ristrutturazione della rete idrica obsoleta che perde più del 30% in tutto l’ambito.

Unica voce fuori dal coro, il Comune di Perrero, piccolo abitato montano che guarda caso gestisce in proprio il Servizio Idrico Integrato.

L’amministrazione comunale ha deciso per tempo di investire per sostituire tutta la rete idrica comunale, lunga più di 50 km, riducendo drasticamente le perdite e sta per intervenire anche per limitare le dispersioni dei troppo pieni delle dieci captazioni di sua competenza.

Anziché combatterli nelle aule processuali, si prenda esempio dai piccoli Comuni che si assumono direttamente la responsabilità di gestire l’acqua come bene comune e non come merce.

Torino, 30 giugno 2022

640px Perrero panorama

Foto: Comune di Perrero (fonte Wikipedia)

 

Montagna scavata, acqua sprecata

Dettagli
Crisi idrica
23 Febbraio 2022

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In questi giorni i media riportano con frequenza notizie sulla siccità in Piemonte.

Non è la prima volta e certo non sarà l'ultima. Anzi, gli effetti del cambiamento climatico porranno con sempre maggiore urgenza il tema della carenza d'acqua e della disomogenea distribuzione delle precipitazioni nel corso dell'anno.

Questa situazione causerà inevitabili impatti sulla popolazione, con rischio di razionamento della distribuzione in alcune zone e problemi per l'irrigazione delle colture agricole.

In questo contesto, nel cuore delle montagne della Valsusa e della Maurienne (in Francia) si verifica da anni un colossale spreco d'acqua.

Infatti, i lavori per la realizzazione del cunicolo esplorativo del TAV Torino-Lione, lungo 7 km, dal 2013 causano fuoriuscite d'acqua provenienti dalle falde intercettate dalle trivelle.

I dati disponibili indicano una portata media di 102,6 litri/secondo. Su base annua, il volume d'acqua fuoriuscito equivale al fabbisogno di una comunità di 40.000 persone.

Analoghe sottrazioni e sprechi si verificano sul versante francese, dove i tunnel di servizio sono tre e asciugano le Alpi dal 2010.

Considerando che questi dati riguardano gallerie secondarie, di limitato chilometraggio e profondità, è ragionevole prevedere che lo scavo dei due tunnel principali, ciascuno lungo 57 km e che raggiungeranno maggiori profondità, causerà perdite d'acqua decisamente più rilevanti.

Forse Telt intende prendere alla lettera il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua 2022 che si celebrerà il 22 marzo prossimo: acque sotterranee - rendere visibile l’invisibile, ma, nella sostanza, si sottrae l'acqua al suo ciclo naturale, rischiando così di compromettere interi ecosistemi.

E' sconcertante che questi “effetti collaterali” siano stati previsti in fase progettuale ed approvati dalle autorità competenti. Evidentemente sono stati considerati irrilevanti rispetto agli ipotetici e ampiamente discutibili benefici (per chi?) derivanti dalla realizzazione della “Grande Opera”.

E' sconcertante la distanza tra i dichiarati intenti dei vari organi di governo, locali e nazionale, volti al contrasto del cambiamento climatico e alla tutela delle risorse ambientali, e le azioni concrete che spesso, come in questo caso, vanno nella direzione opposta (nel PNRR il TAV è considerata opera prioritaria).

E' sconcertante che, finora, ciò sia avvenuto nella più totale indifferenza.

Si dovrà attendere che i rubinetti restino a secco prima che la nostra classe dirigente inizi ad agire seriamente, scevra da pregiudizi ideologici e senza la pressione di interessi economici, per la tutela del bene comune acqua?

 

VENUTE D’ACQUA* NEL CUNICOLO ESPLORATIVO DE  LA MADDALENA (CHIOMONTE) PER LA LINEA FERROVIARIA AD ALTA VELOCITA’ TORINO-LIONE

Dati forniti da TELT in data 3 dicembre 2021

* venuta d’acqua = fuoriuscita improvvisa di una sensibile quantità d’acqua dalla parete di scavo, proveniente da una falda o da una sacca (fonte: Treccani)

Data avvio scavo

22/01/2013

Data termine scavo

20/02/2017

Lunghezza cunicolo

7.020 m

Numero venute d’acqua

245

Distanza media tra le venute

30 m

Portata complessiva delle venute attive a febbraio 2017

102,6 l/s

Volume d’acqua fuoriuscito dal cunicolo in un anno

3.235.593,6 mc/a

NB il dato non comprende le 78 venute d’acqua che a febbraio 2017 sono risultate esaurite ma che negli anni di scavo precedenti sono state censite come attive

Volume d’acqua fuoriuscito, stimato sul dato di febbraio 2017,

dalla conclusione dello scavo al 31 dicembre 2021

16.177.968 mc

Consumo di acqua potabile pro capite al giorno (fonte Istat)

220 litri

Consumo di acqua potabile pro capite all’anno

80.300 litri

Il volume d’acqua fuoriuscito in un anno dal cunicolo esplorativo di circa 7 km è dunque pari al fabbisogno idrico annuo di circa 40.000 persone

Per l’intera galleria di 57 km, oltre 8 volte la lunghezza del cunicolo esplorativo, prevista per la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione si può ipotizzare, al termine dello scavo, la fuoriuscita di un volume d’acqua ogni anno pari a: 24.590.500 mc corrispondente al fabbisogno idrico annuo di 300.000 persone.

Considerata la doppia canna prevista dal progetto, il dato potrebbe raddoppiare, arrivando a corrispondere al fabbisogno annuo di ben 600.000 persone.

Non va dimenticato che l’acqua che esce dalle viscere della montagna ha una temperatura superiore a quella dei corpi idrici superficiali ed è potenzialmente contaminata dai lavori di cantiere, pertanto non può essere immessa nell’ambiente senza essere raffreddata e purificata.

 

23 febbraio 2022.

Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Via Macerata, 22/A – 00176 Roma - Tel. +39 333 6876990

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / Sito web: www.acquabenecomune.org

 

Enorme spreco idrico prodotto dagli scavi TAV

Dettagli
Crisi idrica
12 Novembre 2021

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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

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Tel. 388 8597492

 

Ad inizio ottobre la stampa ha dato notizia dell'allagamento, causato da un guasto alle pompe di drenaggio, verificatosi nel cunicolo esplorativo per il TAV Torino-Lione.

Ciò riporta all'attenzione l'effetto delle grandi opere sull'assetto del territorio; in particolare in questo caso, l'impatto sulla risorsa idrica, e ci induce ad alcune considerazioni:

  • Il “Bilancio ambientale del cunicolo esplorativo de La Maddalena” predisposto da TELT sas nel 2019[1], riguardante il periodo marzo 2014 (inizio dei lavori) – dicembre 2018, riporta la quantità d'acqua in uscita dal depuratore a valle del cunicolo (al netto delle piogge). Nel periodo in esame risultano fuoriusciti dalla montagna 9 milioni m³, pari ad una media annua di 1,85 milioni m³. Per rendere un'idea dei volumi, si tratta del consumo d'acqua annuo di 23.000 persone (considerando il dato Istat sul consumo pro capite di 220 litri/giorno).
  • L'acqua che fuoriesce è in gran parte inutilizzabile per scopi di cantiere e viene immessa nella Dora Riparia. Stante le impurità presenti e le temperature elevate, deve essere purificata e raffreddata per non alterare l'equilibrio naturale del fiume, come prevede la legge in vigore.
  • I trattamenti di depurazione e raffreddamento comportano un rilevante dispendio energetico, con ulteriori emissioni di inquinanti.
  • Considerando che questi dati riguardano una galleria secondaria, di limitato chilometraggio e profondità, è ragionevole prevedere che lo scavo del tunnel principale, lungo 57 km e che raggiungerà maggiori profondità, causerà perdite quantitativamente più significative di acqua, la quale avrà temperatura più elevata.
  • Tutto questo determina la sottrazione dell'acqua dal suo ciclo naturale. Borgate e rifugi alpini vengono lasciati a secco (con costi economici e ambientali per rifornirli in via alternativa). Sono a rischio di compromissione ecosistemi preziosi e tutelati dalle Direttive comunitarie, come torbiere d’alta quota, ruscelli stagionali, pozze e stagni, sorgenti calcarizzanti.
  • In sostanza, si produce un'alterazione del naturale ciclo dell'acqua, con impoverimento delle falde, inaridimento dei pascoli, danni per la fauna e la peculiare flora montana.

Va ricordato che già la realizzazione delle gallerie dell'alta velocità nel territorio appenninico del Mugello ha purtroppo, dato esplicita dimostrazione dei suoi effetti disastrosi per l'ecosistema.

Insomma, a prescindere da ogni altra considerazione sul TAV To-Lione, già dai lavori propedeutici alla realizzazione della galleria principale, non ancora iniziata, pare evidente il consistente danno arrecato alle fonti idriche, al territorio, al clima. Danni destinati ad aumentare enormemente con il progredire dell'opera. La stessa LTF, ora TELT, società incaricata di eseguire l'opera, valuta perdite d'acqua tra i 60 e i 120 milioni di m³ l'anno (cioè il fabbisogno di 750.000/1.500.000 di persone).

Da notare che questi “effetti collaterali” sono stati previsti in ambito progettuale e sono stati approvati dalle autorità competenti.

Ravvisiamo una palese incoerenza tra l'accettare l'attuale, progressiva devastazione del territorio, a fronte di ipotetici vantaggi futuri, e le ormai quotidiane dichiarazioni governative di allarme ed impegno per contrastare la drammatica realtà del cambiamento climatico e del degrado ambientale.

Chiaro esempio ne è il PNRR dove, da una parte si sostengono opere come il TAV, dall'altra si intende tutelare il territorio e la risorsa idrica, anzi precisando che nessuna misura del piano arreca danni agli obiettivi ambientali.

Forse, la classe di governo, nazionale e locale, anziché ribadire atteggiamenti fideistici sulle sorti “magnifiche e progressive” delle grandi opere, dovrebbe riflettere e approfondire con obiettività sull'effettivo impatto che queste hanno sul territorio e sulla vita delle loro comunità.

Torino, novembre 2021

[1] V. sito web del Ministero della Transizione Ecologica: https://va.minambiente.it/File/Documento/390523

 

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Enorme spreco idrico al cantiere TAV di Chiomonte

Dettagli
Crisi idrica
03 Ottobre 2021

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La Stampa di oggi riporta una notizia gravissima: un guasto allaga lo scavo Tav – i vigili del fuoco si arrendono.

 E' accaduto infatti che il cunicolo esplorativo di Chiomonte si sia allagato, e che per motivi non ancora  accertati (cattiva manutenzione?) le pompe elettriche non abbiano funzionato e  nemmeno quelle diesel; i pompieri sono intervenuti ma non sono ovviamente attrezzati per un intervento di questa portata (d'altra parte ammettono essi stessi di non essere equipaggiati per svuotare una montagna).

 Il Comitato Acqua Pubblica Torino,  impegnato da anni per l’eliminazione dello spreco idrico inorridisce alle dichiarazioni di Telt che  minimizza i fatti accaduti non rendendosi conto dell’enorme danno ambientale provocato e chiede con forza di rendere pubblici i dati relativi alla quantità d’acqua estratta e sprecata quotidianamente. Qualcuno sta monitorando che il quantitativo corrisponda a quanto stabilito dal progetto autorizzato?

Recentemente, Smat si è fatta vanto del fatto che l'acquedotto della Valle Susa, sul quale siamo piuttosto critici (si vedano qui le ragioni), ha evitato a ben 9 comuni di finire in crisi idrica.

Se quello di Telt è l'uso che si fa dell'acqua bene comune, la cosa non ci stupisce. Ma deve finire!

Torino, 3 ottobre 2021

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26 novembre 2020 - Lettera alla Presidente dell'ATO3 Torinese

Dettagli
Crisi idrica
26 Novembre 2020

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Dott. Loredana Devietti Goggia

Presidente ATO3 Torinese

Via Lagrange 35 – 10123 Torino

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Gentile Presidente,

facciamo seguito all’incontro del 18 novembre scorso per sottoporle le richieste di intervento e di  chiarimenti che le abbiamo anticipato in quell’occasione:

 

Pubblicità delle sedute della Commissione dell’Autorità d’Ambito anche in tempi di emergenza sanitaria, consentendo l’accesso virtuale alla Conferenza tramite un collegamento audio/video, come avviene, ad es. per le sedute del Consiglio e delle Commissioni consiliari del Comune di Torino.

Abbiamo però notato che – a differenza di Torino - le convocazioni ATO non riportano l’indirizzo web per collegarsi alla riunione.

Vuole indicarci come intende garantire l’accesso alla cittadinanza?

Chiediamo inoltre di avviare un confronto per individuare modalità che consentano la presentazione di osservazioni da parte della cittadinanza in merito agli atti principali (tariffa, programma e monitoraggio degli interventi) prima della loro approvazione da parte della Conferenza d’Ambito.

Regolamento delle Riunioni delle Aree Omogenee: non ci sembra che sia pubblico, né che le sedute siano aperte alla partecipazione civica.

Linguaggio delle Deliberazioni sulla Tariffa

Concordiamo con i rilievi suoi e del Dr. Massazza sulle difficoltà di lettura e comprensione delle deliberazioni ARERA. Non possiamo però accettare che le norme emesse siano incomprensibili per la quasi totalità degli utenti ai quali tali norme si applicano e  probabilmente per gli stessi rappresentanti delle aree omogenee chiamati a deliberare su una materia così delicata come la tariffa.

Le chiediamo di sottoporre il problema ai componenti della Conferenza d’Ambito che rappresentano gli interessi economici ma anche democratici dei cittadini amministrati.

Una seria riflessione in merito li convincerà che erano molto più semplici e trasparenti i criteri per la determinazione e l’aggiornamento delle tariffe idriche stabiliti dal CIPE in base alle leggi 172/1995 e 448/1998, al contrario delle elucubrazioni algoritmiche di ARERA, che consentono di lucrare anche su morosità e conguagli, a fini di accumulazione del profitto in violazione dell’esito referendario che ha abrogato il profitto sull’acqua.

Non possiamo credere che i nostri Sindaci, e i loro rappresentanti nella Conferenza d’Ambito, possano ammettere una vera e propria tariffa-truffa come quella che risulta dall’applicazione del metodo tariffario ARERA.

Ma rileviamo anche l’anomalia giuridica e costituzionale di un organismo, come ARERA, di carattere tecnico finanziario, delegato dalle istituzioni democraticamente elette a  “normare” in materia di diritti fondamentali, come il diritto all’acqua. Segno di una deresponsabilizzazione delle istituzioni democratiche e di una regressione culturale e politica allarmante. Ne derivano atti che presentano il tratto comune di esercitare effetti giuridici rilevanti pur senza possedere efficacia giuridica vincolante. Tutto ciò rischia di minare alle fondamenta la democrazia, e l'attacco all'esito referendario ne è una dimostrazione chiara.

È questa la prima ragione dell’impegno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per lo scioglimento di ARERA e il ritorno delle sue competenze al Ministero dell’Ambiente.

Nel frattempo, sarebbe opportuno che ATO3 desse maggiore evidenza pubblica dell’andamento della tariffa media al metro cubo anno per anno, in raffronto ai volumi fatturati dal gestore, con grafici illustrativi pubblicati sul sito web.

Acquedotto Valle di Susa

Nonostante l’inaugurazione in pompa magna del 29 giugno 2019 e i proclami di Smat S.p.A. a mezzo stampa, di cui l’ultimo ad agosto 2020, alla data odierna non è ancora entrata in funzione quella grande opera idrica costata oltre 130 milioni di euro agli utenti dell’Ambito torinese, di cui 24 solo per ristorare ENEL S.p.A.

Cantieri sono ancora in corso per le strade della Val di Susa e forte è il sospetto che non tutto sia filato liscio e vi siano problemi strutturali che ne impediscano ancora oggi il collaudo.

Sollecitiamo Lei e i componenti della Conferenza d’Ambito, cui compete il ruolo di governo del Sistema Idrico Integrato dell’Ambito TO3, ad esercitare i poteri di indirizzo e controllo sull’operato del gestore SMAT S.p.A. dandone maggiore evidenza pubblica.

Proponiamo che una pagina del sito web dell’ATO3 sia dedicata, con l’aiuto di infografiche a beneficio dell’utenza che finanzia le opere tramite la bolletta dell’acqua, al monitoraggio svolto da ATO sull’andamento dei lavori di progettazione e realizzazione per lo meno delle grandi infrastrutture previste dal Programma degli interventi (Acquedotti di Valle Susa e Orco, Collettore mediano e revamping impianto di potabilizzazione sul Po).

L’infografica metta a confronto, anno per anno, la spesa annuale programmata con quella rendicontata a fronte dello stato di avanzamento della progettazione e/o realizzazione delle opere, con la motivazione degli eventuali ritardi.

Perdite delle reti.

A fronte dell’ingente quantitativo di acqua annuo perso dalle vetuste tubazioni della rete acquedottistica dell’Ambito, quantificato da Smat S.p.A. in 92 MILIONI di metri cubi l’anno, quantitativo che non ci si può più permettere a fronte delle crisi idriche esasperate dal cambiamento climatico in atto, chiediamo che ATO3 dia la massima priorità alla programmazione degli interventi di rinnovo della rete di distribuzione di acqua potabile.

Chiediamo inoltre, anche in questo caso, di dedicare una pagina del sito web al tema del risparmio idrico, non per dire alla cittadinanza di chiudere il rubinetto mentre si lava i denti, ma per dare evidenza anno per anno dello stato di attuazione degli interventi volti alla riduzione delle perdite dalla rete acquedottistica, con ubicazione di dove sono stati programmati in confronto a dove sono stati realizzati.

E’ inutile spendere centinaia di milioni di euro per realizzare nuove dorsali se poi l’acqua finisce in tubature colabrodo che sperperano quasi la metà della risorsa prelevata dall’ambiente.

 Quota fognatura e depurazione inesistenti ma addebitate nella bolletta dell’acqua

Le sarà certamente nota l’annosa vicenda che vede SMAT S.p.A. addebitare in tariffa agli utenti del SII le quote di fognatura e depurazione anche quando non eroga tali servizi, non avendo ancora costruito la fognatura e il depuratore. I casi più recenti sono emersi nei Comuni di Sciolze e di Villareggia.

Ma sarà certamente nota a Lei e ai componenti della Conferenza d’Ambito la sentenza della Corte di Cassazione, n. 7947/20 pronunciata l’11 settembre 2019 e depositata il 20 aprile 2020 che, superando residui cavilli giuridici, ha ribadito che il gestore idrico IREN ACQUA TIGULLIO non può pretendere un corrispettivo non correlato ad alcuna prestazione.

Questa società è controllata, congiuntamente a IREN tramite Acque Potabili SpA, dalla Smat, che  dunque, seppur indirettamente, è stata di fatto parte in giudizio. Ma ciò nonostante, in ambito territoriale di ATO 3, Smat pretende  ciò che è stato negato nel citato giudizio.

L’avere proceduto ad atti, come quelli indicati, in aperto contrasto con un principio confermato dalla sentenza della Suprema Corte, richiederebbe un forte richiamo alla cultura della legalità indirizzato al gestore da parte dell’ATO che Ella presiede.

Le chiediamo di voler fissare un nuovo incontro per entrare nel merito dei temi sopra enunciati.

In attesa, inviamo i migliori saluti.

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

Torino, 25 novembre 2020

Riferimenti:

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Mariangela Rosolen

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