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Spreco idrico dell’ASM di Vercelli: chi mente?

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Notizie regionali
09 Febbraio 2023

Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua - Comitato Acqua Pubblica Piemonte

 https://www.acquabenecomunetorino.org - Cell. 388 8597492 -Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

  • La Stampa, Vercelli, 7 febbraio 2023 Il Presidente dell’ASM Vercelli dichiara che “Siamo al 19% delle perdite…”    

 

  • ATO2 Vercelli http://www.ato2piemonte.it/doc/file_pdf_5338.pdf, p.31, ASM VERCELLI S.p.A 3.708.718 mc spreco idrico  =  40,79 %

 

Difficile credere al miracolo: che in soli due anni ASM Vercelli sia riuscita a ridurre lo spreco idrico dal 40,79% al 19%  come dichiarato ora dal suo Presidente. 

A pag. 106 dello stesso documento, ATO2 dichiara che ASM Vercelli ha il primato del 17,07% di perdite idriche lineari (per ogni km di tubature) rispetto al 10,60 di SII o del 4,75% di CVA.

Non sono questi i primati di cui vantarsi.

 

ATO2 tace: per distrazione? Indifferenza?

 

Eppure dovrebbe avere sotto gli occhi l’allarme lanciato in questi mesi da scienziati e tecnici sulla secca e decrescita del Po che già a Torino segna un deficit del 50%.  E lo stesso allarme del Consorzio Barraggia che denuncia “scorte e invasi non sufficienti … e irrigazione a  rischio per 3.500 ettari di campi agricoli.”

La memoria di chi vive in Piemonte non ricorda una simile scarsità d'acqua. La Regione ai piedi delle più alte montagne d'Europa, che con i loro ghiacciai alimentavano i nostri grandi fiumi,  sta diventando sempre più arida e la peggiore per siccità in Europa.

Tutto questo non è occasionale o frutto di circostanze sfortunate. Anni di incuria e sprechi, del prevalere di interessi economici e speculativi nella gestione del territorio stanno presentando il conto.

Ma da parte delle nostre classi dirigenti non è venuta meno la sconsiderata concezione dell'acqua come risorsa inesauribile.

Non è stato programmato un piano organico per il rifacimento degli acquedotti, nonostante le perdite ingenti e la vetustà complessiva delle condutture. Né, da parte delle autorità competenti, sono stati posti ai gestori del servizio obbiettivi adeguati per un’urgente riduzione delle perdite.

Colpisce il silenzio, l’inerzia di tanti sindaci a cui la legge attribuisce il potere di governo del Servizio Idrico Integrato tramite i rappresentanti da loro eletti nella Conferenza dei Sindaci di ATO 2 presieduta dal sindaco di Biella Claudio Corradino, nella quale il Comune di Vercelli è rappresentato dall’assessore Luigi Michelini.

Prima ancora di entrare nel merito della realizzazione di nuovi invasi e del pesante impatto ambientale che tali opere avrebbero, per riempirli occorrono le piogge, che scarseggiano, senza contare il problema dell'evaporazione nei mesi caldi, è  invece indispensabile investire subito nella riduzione delle perdite e degli sprechi, determinate da una trascurata manutenzione ed alla mancata sostituzione dei tubi negli anni.

Oggi più che mai la scarsità della risorsa idrica richiede una gestione pubblica

e partecipata dai cittadini, volta alla tutela dell'acqua nell'interesse collettivo,

e non a favorire chi sull'acqua intende speculare e fare profitti.

 

Vercelli, 9 febbraio 2023

Scarica questo comunicato [.pdf, 236 KB]

ATO3 Torinese si occupi di crisi climatica, siccità, spreco idrico

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Notizie regionali
28 Giugno 2022

 

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Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua - Comitato regionale Acqua Pubblica Piemonte

www.acquabenecomunetorino.org - cell. 388 8597492

  

Giovedì 30 giugno ore 14:00  -  Corso Vittorio Emanuele II n.18 – Torino

consegniamo questa Lettera Aperta

ai Sindaci, componenti della Conferenza dei Sindaci ATO3 Torinese

al Sindaco del Comune di Torino, o suo/a rappresentante,

 

La Conferenza dei sindaci dell’Autorità Territoriale - ATO3 Torinese, convocata per il 30 giugno 2022 in Corso Vittorio Emanuele II n.18, Torino, non reca all'ordine del giorno alcun argomento riguardante il fenomeno della siccità né le sue conseguenze sull'approvvigionamento idrico del nostro territorio.

La siccità, gli sprechi e una sconsiderata concezione dell'acqua come risorsa inesauribile hanno portato ad una crisi idrica mai vista da chi vive a queste latitudini.

Non si tratta di un evento occasionale. La comunità scientifica ritiene ormai strutturali gli effetti del cambiamento climatico, ed il tema della carenza d'acqua e della disomogenea distribuzione delle precipitazioni nel corso dell'anno si porrà in futuro con sempre maggiore urgenza.

Sono ormai evidenti le responsabilità di un sistema di gestione caratterizzato da una decennale mancanza di pianificazione e investimenti infrastrutturali, perché piegato ad una logica privatistica che punta esclusivamente alla massimizzazione del profitto mentre il surriscaldamento globale e i relativi cambiamenti climatici riducono la disponibilità dell'acqua per uso umano, per l'agricoltura e più in generale per l'ambiente.

D’altra parte, i dati ISTAT sulle perdite delle reti idriche sono impietosi: nel 2015 si attestano al 41,4% a livello nazionale (47,9% il tasso di “dispersione” fotografato nel 2019). È evidente che più che allo stato delle reti, si è guardato all’andamento delle azioni.

I soldi ci sono ma sono utilizzati per remunerare gli azionisti (pubblici e privati) non per investire e/o abbassare la tariffa.

Non è più possibile cullarsi nell'idea che la dispersione nel nostro territorio sia al di sotto della media nazionale e dunque non sia necessario intervenire: il 35% di dispersione ammesso dall’ATO3 (ma secondo i nostri calcoli è del 56,27%) non è tollerabile.

E' indispensabile e urgente procedere ad una drastica riduzione dello spreco idrico con la sostituzione delle vecchie tubature, ma anche ad una forte campagna rivolta all'utenza per ridurre gli sprechi e creare una cultura del rispetto e della tutela dell'acqua, nell'interesse nostro e delle future generazioni.

Chiediamo ai nostri Sindaci, responsabili per legge del governo del Servizio Idrico che se ne facciano carico e imprimano da subito una radicale inversione di tendenza rispetto al modello attuale, con tre misure prioritarie che si possono realizzare in tempi brevi:

* destinare gli utili delle aziende che gestiscono il servizio idrico alla ristrutturazione delle reti idriche;

* ammodernare gli impianti di irrigazione in agricoltura (ad es. irrigazione a goccia) e utilizzare le acque piovane;

* incentivare la realizzazione di reti idriche duali e l’installazione di dispositivi per il  risparmio idrico nell’edilizia di servizio, residenziale e produttiva.

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

Torino, giugno 2022

ASM Vercelli: scongiurare l’appalto pubblico e la privatizzazione dell’acqua

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Notizie regionali
23 Giugno 2022

 

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Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua - Comitato regionale Acqua Pubblica Piemonte

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La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardante la decadenza dell’affidamento “in house” della gestione di servizi pubblici come acqua, rifiuti, trasporti conferma che l’affidamento diretto – senza gara - non prosegue né si trasferisce a nuovi gestori qualora vengano a mancare le 3 condizioni fondamentali che lo avevano consentito:

- controllo dell’amministrazione aggiudicatrice analogo a quello esercitato sui propri servizi,
- 80% delle attività effettuate dal nuovo gestore per le amministrazioni aggiudicatrici controllanti
- nessuna partecipazione diretta di capitali privati, ad eccezione di forme di partecipazione di capitali privati che non comportano controllo o potere di veto (…) e che non esercitano un’influenza determinante sul nuovo gestore.

Riteniamo che il ruolo di IREN come socio di maggioranza ASM, abbia modificato radicalmente le condizioni a suo tempo esistenti per l’aggiudicazione “in house” del servizio idrico e che sia pertanto decaduto sia l’affidamento diretto ad ASM del servizio idrico di Vercelli, sia gli affidamenti a diversi gestori dell’ATO2, compresa ASM, degli acquedotti della Comuni Riuniti Srl.

La sentenza della Corte di Giustizia Europea stabilisce infatti che “una modifica del contratto è considerata sostanziale allorché introduce condizioni che, se fossero state incluse nella procedura iniziale, avrebbero consentito l’ammissione di candidati diversi da quelli inizialmente selezionati o l’accettazione di un’offerta diversa da quella inizialmente accettata o avrebbero attirato ulteriori partecipanti alla procedura di aggiudicazione, nonché dall’obiettivo di apertura degli appalti pubblici alla concorrenza nella misura più ampia possibile….” , che “l’ente affidatario non possa più essere in pratica assimilato ai servizi interni dell’amministrazione aggiudicatrice” e che “…l’esecuzione dell’affidamento pubblico (…) non possa più essere proseguita senza una gara d’appalto…”

Nelle condizioni date, la gara d’appalto e la conseguente privatizzazione dell’acqua di Vercelli è evitabile solo se il settore Acqua sarà scorporato da ASM e conferito al Gestore Unico.

La Conferenza dei Sindaci di ATO2

- proceda finalmente alla costituzione del Gestore Unico previsto dalla legge e mai attuato;
- eserciti con ATO2 una vera azione di governo del Servizio Idrico Integrato, di proprietà e gestione pubblica e partecipativa
- approvi un nuovo Piano d’Ambito, strumento essenziale di indirizzo e programmazione, per rispondere alle conseguenze del cambiamento climatico, far fronte alla siccità, ridurre lo spreco idrico e tutelare la risorsa acqua per le generazioni future.

L’acqua è un bene comune, non una merce

Torino, giugno 2022

La gestione dell’acqua di Vercelli ritorni pubblica, trasparente, partecipativa

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Notizie regionali
08 Giugno 2022

 

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Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua - Comitato regionale Acqua Pubblica Piemonte

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Forse non tutti sanno che le decisioni di governo dell'acqua di Vercelli non competono ad ASM-ex ATENA, ma ai 25 SINDACI  membri della Conferenze di ATO2 – Autorità d’Ambito Biellese Casalese Vercellese.

Essi devono aggiornare almeno ogni tre anni il Piano d'Ambito che stabilisce le finalità,  priorità ed entità degli investimenti idrici, gli obiettivi della gestione, dai quali deriva l'ammontare della tariffa che deve coprire solo i costi di gestione e di investimento (full cost recovery), escludendo il profitto, abrogato dal Referendum del 2011.

Nella realtà vercellese purtroppo le cose non stanno così.

Il Piano d’Ambito dell’ATO2 risale al 2006, è stato rivisto in parte nel 2014 e non è stato più aggiornato, come se la situazione idrogeologica del territorio fosse rimasta da allora immutata, e la crisi climatica con le sue conseguenze come la siccità non fossero allarmanti.

Non si parla nemmeno di abolire l’enorme spreco idrico di 16.197.750 m³/anno, corrispondenti al  36,9% dell’acqua prelevata, ma solo di ridurlo al 30% entro il 2023[1].

Negli anni successivi al 2014, ATENA SpA è diventata ASM S.p.A. della quale IREN ha poi acquisito la maggioranza del capitale, facendo così decadere l’affidamento diretto “in house” della gestione del Servizio Idrico portato “in dote” da ATENA. Quando, come in questo caso, il Comune rinuncia alla proprietà del servizio, le leggi nazionali ed europee impongono che esso sia privatizzato attraverso una gara d’appalto. Lo conferma la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea[2], che ha tolto a IREN la gestione del Servizio raccolta rifiuti del Comune di Lerici, “ereditato” dalla precedente azienda comunale.

ATO2 ha invece costituito nel 2006 un’azienda  denominata “ATO2ACQUE S.C.A.R.L.” con il compito di  unificare le 6 aziende idriche operanti nel territorio di ATO2, in un gestore unico d’ambito al quale poter nuovamente affidare – senza gara – il servizio idrico. Da allora, la società è rimasta inattiva. Solo negli ultimi tempi sembra aver preso una qualche consistenza e aspetta che i 25 Sindaci se ne accorgano.

Tanto più che tutte le concessioni del Servizio Idrico di ATO2 vanno a scadenza il 31 dicembre 2023.

Ci attendiamo che i Sindaci dell’ATO2 assicurino presto alla Città di Vercelli un governo dell’acqua pubblico, trasparente e partecipativo.

Torino, giugno 2022

 

[1] cfr. pag. 115 Allegato alla Delibera ATO2 n. 837 del 31/03/2021  e  Decreto Ministeriale 8 gennaio 1997, n. 99 - Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature.

[2] https://curia.europa.eu/juris/document/document_print.jsf?docid=259147&text=&dir=&doclang=IT&part=1&occ=first&mode=req&pageIndex=0&%E2%80%A6     

 

5 febbraio 2022 - Cuneo - I privati perdono anche l’ultimo ricorso, il pubblico finalmente decolla

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Notizie regionali
08 Febbraio 2022

Comitato cuneese acqua bene comune

 

Ad appena una settimana dal deposito della sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che ha bocciato definitivamente l’ultimo ricorso pendente tra quelli presentati dalle società idriche del gruppo Egea, il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune ha incontrato il presidente della Provincia Federico Borgna, accompagnato dal suo consigliere Guido Lerda ed in collegamento il presidente di Cogesi, Emanuele Di Caro.

L’incontro era stato chiesto dal Comitato tempo addietro per avere informazioni sulla più volte citata “trattativa Borgna/Bo”, sulle modalità di subentro del gestore totalmente pubblico Cogesi, nelle aree ancora gestite dalle aziende del gruppo Egea.

In apertura tutti i convenuti hanno condiviso il parere fortemente positivo su questa sentenza che ha riconosciuto il corretto operato di Egato4 nella delibera di calcolo del valore residuo (VR) che Cogesi dovrà corrispondere quanto prima ai gestori uscenti. Dopo le sentenze di rigetto di inizio del 2021, relative ai ricorsi contro il piano d’ambito, la scelta della forma di gestione pubblica, l’affidamento a Cogesi, non rimangono in campo altri fatti ostativi al completamento del programma di subentro di Cogesi in tutte le gestioni del Sistema Idrico Integrato (SII) della nostra provincia. Di ciò dovrà immancabilmente prendere atto lo sparuto gruppo di sindaci attualmente capitanati da Bo, Tallone e Cornero che hanno proseguito sulla strada intrapresa allora da Icardi, Faccenda e Perosino, di ostacolare in ogni modo il volere dei cittadini che a maggioranza plebiscitaria scelsero il modello di gestione interamente pubblica del SII.

Mentre l’attuale presidenza di Egato4, Calderoni, avrà modo di sentirsi rassicurata nel proseguire la strada intrapresa con capacità ed abnegazione dalla compagine Sibille/Giuliano.

Nel merito dell’incontro, il presidente Borgna ha chiarito che il tavolo di confronto messo in atto con il sindaco di Alba, Bo, ha avuto come unico scopo “far sentire a casa loro e non ospiti in Cogesi tutti i territori della Granda” senza aver mai affrontato il rapporto con i gestori uscenti.

Per Di Caro ora è fondamentale ottenere al più presto il finanziamento dalle banche per coprire l’importo totale del VR ed almeno una tranche di investimenti dei primi anni di gestione.

Cogesi, che da inizio anno ha assunto in proprio la fatturazione e l’incasso delle bollette di tutte le società già pubbliche, potrà chiedere direttamente i finanziamenti o garantirli per le sue consortili, in quanto la tariffa è di per sé garanzia sufficiente allo scopo.

Per questa ragione è prevista un’ assemblea dei soci per la metà del mese di febbraio nella quale si deciderà, avvalendosi del supporto di un advisor, la strategia migliore da seguire per ottenere al più presto il finanziamento bancario e potere così provvedere quanto prima al pagamento dell’intero importo del VR ai privati.

Lerda ha ricordato come già nello scorso anno sia stato richiesto da Egato4 l’accesso al fondo di garanzia predisposto presso ARERA per offrire ulteriori garanzie all’incirca al 60% del fabbisogno finanziario.

I tre interpellati hanno convenuto che tutto sarebbe più semplice se le consortili di Cogesi fossero società con dimensioni omogenee, ma nonostante la diversità dimensionale/strutturale esistente, “le spalle sono sufficientemente larghe” per non far ricadere sulle società meno strutturate o maggiormente impattate dalla operazione di consolidamento, problemi di equilibrio economico/finanziario. Hanno anche assicurato che l’operazione non produrrà sulle tariffe degli utenti ulteriori aggravi in quanto tutte le attività erano già comprese nel piano d’Ambito e nel piano tariffario adottati nel 2018.

Il Comitato ha più volte ribadito che vigilerà perché in questa fase non vi siano consociate che, nella loro discrezionalità operativa, di fronte alla complessità della operazione, siano tentate di delegare ad aziende esterne segmenti di gestione che snaturino lo spirito della gestione “in house” o coinvolgimenti tali da far pensare al ritorno delle vecchie gestioni. A questo scopo ha chiesto al presidente Di Caro di programmare un nuovo incontro nelle settimane immediatamente successive alla assemblea dei soci. Il Comitato si augura che tutti i presidenti ed i comuni soci delle consociate abbiano ben presente che ora non si opera più nell’interesse di ogni singola azienda ma esclusivamente nell’interesse del gestore unico totalmente pubblico ed in ultima istanza dei cittadini.

Cuneo, 05.02.2022

COMITATO CUNEESE ACQUA BENE COMUNE

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