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Vercelli : sostituiamo il brutto esempio di ASM con il buon esempio di BVC Acque

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Notizie regionali
14 Ottobre 2025

 

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Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua - Comitato regionale Acqua Pubblica Piemonte

www.acquabenecomunetorino.org - cell. 388 8597492

  

IREN non si rassegna alla perdita dei profitti milionari sull’acqua di Vercelli

e ci perseguita con vertenze legali costose e pretestuose

 

Eppure la legge è chiara e vale non solo in Italia ma in tutta Europa. In base ad essa i nostri rappresentanti nell’Autorità Territoriale – ATO2 – hanno scelto di affidare la gestione del nostro sistema idrico ad una nostra azienda: la BVC Acque di proprietà pubblica che per Statuto non ha scopo di lucro. Ciò significa che l’eventuale avanzo di amministrazione non viene distribuito tra i soci ma rimane in azienda per essere reinvestito a garanzia di economicità ed efficienza del servizio idrico nell’interesse della cittadinanza utente.

Invece IREN vuole continuare ad averlo per sé, come è successo negli anni scorsi in cui milioni di euro ci sono stati sottratti per finire nelle casse di IREN allora azionista di ASM.

Finalmente la maggior parte dei Comuni membri di ATO2 hanno detto basta a questo spreco e si sono ripresi la gestione diretta del servizio idrico con l’azienda comune BVC Acque.

IREN se ne faccia una ragione e i suoi portavoce sui giornali ricordino che il popolo italiano ha già detto a larghissima maggioranza nel referendum del 2011 che l’acqua è un bene comune e non una merce e va perciò gestita senza scopo di lucro.

14 ottobre 2025

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IREN investa nel sistema elettrico di Torino invece che nel "water grabbing"

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Notizie regionali
21 Giugno 2025

 

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Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua - Comitato regionale Acqua Pubblica Piemonte

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IREN investa nella modernizzazione e manutenzione del sistema elettrico di Torino

invece che nell’accaparramento delle aziende idriche del Piemonte

Giustamente il Sindaco Lo Russo protesta per le gravi mancanze di corrente elettrica in città, come se non sapesse che IREN distoglie ingenti capitali dagli investimenti nel sistema elettrico per destinarli all’acquisto di quote azionarie delle aziende idriche di Vercelli, Cuneo, Alba, Alessandria e altre città piemontesi.

Le consigliere di amministrazione di IREN, nominate dalla Città di Torino, non gli hanno mai detto niente?  Sono state d’accordo di investire nel settore idrico invece di curare l’efficienza del settore energetico di Torino? Sono consapevoli che le manovre IREN portano alla privatizzazione dei servi idrici locali?

IREN sta anche spendendo fior di quattrini in cause legali contro chi si oppone alle sue mire sulle aziende idriche: a Vercelli IRETI del Gruppo IREN fa addirittura ricorso al TAR contro la decisione del Commissario straordinario di ATO2 Biellese Canavese Vercellese di affidare la gestione diretta (in house) del Servizio idrico territoriale all’azienda pubblica BCV. Nel cuneese Egea Acque del Gruppo IREN rinuncia a incassare ben 70 milioni di euro in cambio della partecipazione azionaria nell’azienda pubblica COGESI.

Come ad Alba e Alessandria queste operazioni di IREN contrastano radicalmente con lo Statuto della Città di Torino che all’Articolo 80 - Servizio idrico integrato stabilisce che:

1 …la Città si impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia operata senza scopo di lucro.

2 …la proprietà delle infrastrutture e delle reti del servizio idrico integrato è pubblica ed inalienabile (…)  da gestire esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici.

Sindaco e consiglieri/e comunali hanno l’obbligo di applicare le regole fondamentali della comunità torinese, di verificare la coerenza ad esse delle rappresentanti di Torino nel Consiglio di Amministrazione di IREN e di intervenire tempestivamente per il loro ripristino.

Torino. 21 giugno 2025

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Referendum e astensione: di chi la colpa?

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Notizie regionali
19 Giugno 2025

 

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Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua - Comitato regionale Acqua Pubblica Piemonte

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Nemmeno a Torino è stato raggiunto il quorum per i 5 Referendum, segno che anche a Torino prevalgono il disinteresse e la sfiducia nella partecipazione democratica alla formazione delle decisioni riguardanti la vita cittadina.

Eppure gli strumenti non mancano: petizioni, istanze, interpellanze, proposte di deliberazione d’iniziativa popolare sono i vari modi attraverso i quali far pervenire formalmente al Consiglio comunale le idee e le proposte dei cittadini torinesi, che infatti vi fanno ricorso senza però trovare efficace riscontro.

Una grande responsabilità ricade sui nostri consiglieri comunali che sistematicamente eludono, rinviano, ignorano tutte le istanze presentate attraverso i vari strumenti di partecipazione dal basso previsti dallo Statuto della Città

Emblematico il caso della deliberazione d’iniziativa popolare di Indirizzo a SMAT S.p.A. per la tutela dell’acqua pubblica, delle sue fonti, per la riduzione dello spreco idrico e per una tariffa che escluda il profitto e copra esclusivamente i costi di gestione e di investimento come previsto dalle leggi nazionali ed europee.

Presentata già due anni fa, la proposta di deliberazione si è trascinata stancamente in qualche riunione di Commissione, senza approdare ancora a una qualche conclusione. Lo stesso accade per le iniziative popolari sul diritto alla casa, sulla tutela del verde urbano, contro la distruzione di intere alberate e la cementificazione del suolo.

Si è arrivati al punto che il 3 giugno scorso, un presidio davanti al Comune di gruppi, associazioni e movimenti dal basso ha dovuto ricordare ai Consiglieri comunali i loro doveri democratici verso i cittadini che li hanno eletti e che vogliono essere bene amministrati.

Torino, giugno 2025

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CUNEO : IREN non demorde ma il nostro Comitato risponde per le rime

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Notizie regionali
30 Maggio 2025
Cuneo

Comitato cuneese acqua bene comune

 

POLITICI INADATTI METTONO DI NUOVO A RISCHIO IL COMPLETAMENTO DELLA GESTIONE PUBBLICA DELL'ACQUA, SOTTO MINACCIA DEL NUOVO PRIVATO

Il consorzio pubblico COGESI, su indicazione dell’Autorità d’Ambito, Egato4, dopo oltre un anno di lavoro, aveva presentato a dicembre scorso il risultato dello studio dell’advisor (durato un anno) che prevedeva di pagare in pochi mesi i 70ml€ del valore residuo a Egea Acque e avere la liquidità sufficiente per attuare gli investimenti previsti dal piano di lungo periodo.

La proposta di Cogesi, il cosiddetto Piano A, era bancabile e anche se richiedeva complesse operazioni per trasferire a Cogesi i patrimoni delle società socie, assicurava il completamento della pubblicizzazione del sistema idrico integrato in tempi rapidi.

Le società socie, con l’approvazione ed il sostegno dei sindaci loro azionisti, hanno scelto una strada diversa, il cosiddetto Piano B che prevede minore liquidità disponibile (solo necessaria per il pagamento del valore residuo e per il finanziamento degli investimenti fino al 2029), ma con l’impegno a pagare il valore residuo ad Egea Acque entro il 30 giugno 2025. 

Arrivati a fine maggio, sotto pressione delle minacce di IREN e a fronte di possibili ritardi nella concretizzazione del Piano B, l’Autorità d’Ambito, Egato4, lo scorso 21 maggio, ha dovuto indire una Conferenza d’Ambito in cui presentare, ai sindaci rappresentanti delle diverse aree della provincia, gli elevati rischi legati ai potenziali ritardi sul pagamento del valore residuo.

I rappresentanti delle aree hanno deliberato all’unanimità di:

  • diffidare Cogesi al pagamento del VR a Egea Acque entro il 12 luglio, pena la decadenza dall’affidamento;
  • intimare a Cogesi e Egea Acque di aprire entro il 4 giugno il tavolo tecnico per il subentro, con la trattazione in particolare delle questioni relative al personale e alla ricognizione dei beni strumentali.

Un atto resosi necessario a causa della mancanza di coraggio e dell’inerzia di una certa politica che non sa assumersi le proprie responsabilità.

Ma più in dettaglio, di chi sono le responsabilità di questa grave situazione?

Certamente di quei sindaci che all’epoca appoggiarono i tanti ricorsi della vecchia Egea contro la gestione pubblica. Anche però dei promotori del famigerato accordo Borgna/Bo che impose a Cogesi di assegnare comunque un ruolo al gestore privato Tecnoedil (ora IREN) uscente. Accordo poi inopportunamente accettato dai nuovi sindaci di Alba, Bra e dal rappresentante del Roero, dal nuovo presidente della Provincia e supinamente accettato da tutti gli altri sindaci del territorio.

Ma anche della posizione delle società socie che hanno voluto fare scelte diverse dalla consorziante Cogesi e dalla sua governance.

Come se non bastasse la nuova Egea Acque, controllata al 100% da IREN, ha perseverato nel minacciare altre azioni legali contro il ritardo nel pagamento che loro avrebbero preteso per il 31 dicembre 2024 e ad avanzare improponibili soluzioni di parternariato pubblico/privato. Un film che si ripete!

Qui occorre ricordare che il valore residuo non è un debito di Cogesi nei confronti di IREN, bensì un riconoscimento dovuto per il subentro e fino quando questo non avviene il vecchio gestore continua ad incassare le bollette senza subire alcun danno.

Se dopo essere stati per anni sotto il ricatto della vecchia Egea e aver subito i danni noti ora rischiassimo di sottometterci al nuovo privato IREN o ad altri terzi incomodi, i cittadini non dovrebbero fare altro che chiederne conto a tutta la politica regionale, provinciale e comunale che ci governa. 

L’azione dell’Autorità d’Ambito ha dato uno scrollone al sistema e riteniamo (auspichiamo) che tutti si daranno da fare per tamponare l’emergenza: le banche contattate, garantite dalle bollette, saranno pressate per assicurare il finanziamento dell’operazione entro poche settimane, Cogesi dovrà presentarsi al tavolo tecnico per il subentro con elementi certi e incontrovertibili, e se Iren farà le bizze ne pagherà le conseguenze e forse IN EXTREMIS, la gestione pubblica su tutto il territorio potrà finalmente concludersi, senza IREN, che questa lo voglia o meno.

Cuneo, 30.05.2025

COMITATO CUNEESE ACQUA BENE COMUNE:

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mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

IREN infrange lo Statuto della Città di Torino

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20 Maggio 2025

 

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IREN infrange lo Statuto della Città di Torino

 

 Il Comune di Torino detiene il 13,8% di IREN SpA che gli dà titolo ad esprimere il Presidente e 3 membri del Consiglio di Amministrazione

Chiunque agisca in nome e per conto della Città di Torino è tenuto/a ad applicare anche l’articolo 80 dello Statuto della Città: 

Articolo 80 - Servizio idrico integrato

1. …la Città si impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia operata senza scopo di lucro.

2. …la proprietà delle infrastrutture e delle reti del servizio idrico integrato è pubblica ed inalienabile (…)  da gestire esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici.

3.  Il Comune assicura (…) la disponibilità di un quantitativo minimo vitale giornaliero per persona. 

Risulta invece che il Presidente e le tre rappresentanti del Comune di Torino nel Consiglio di Amministrazione di IREN abbiano acconsentito alle manovre più o meno scoperte, praticate in Piemonte dalle aziende del Gruppo IREN per mettere le mani sulle risorse idriche locali e sugli ingenti utili che esse assicurano, come a:

- Vercelli, dove IRETI (Gruppo Iren)  socio di maggioranza di ASM, sta agendo per  privatizzare definitivamente l’azienda facendo ricorso al TAR contro la decisione del Commissario straordinario di ATO2 Biellese Canavese Vercellese di affidare la gestione diretta (in house) del Servizio idrico territoriale all’azienda pubblica BCV, escludendo quindi il gestore privato IRETI come previsto dalle leggi europee, nazionali e regionali;

- a Cuneo, dove EGEA  Acque (gruppo Iren) cerca ancora di privatizzare l’azienda idrica pubblica COGESI proponendone la gestione mista pubblico-privata in cambio dei 70 milioni di euro da pagare per il riscatto della sua quota azionaria,

- ad Alessandria, con le manovre di ACOS (partecipata da IRETI/Gruppo IREN) di privatizzazione del servizio idrico locale,

-  ad Alba con all’acquisizione del 50% di EGEA Holding che gestisce il servizio idrico.  

II Presidente Dal Fabbro e le tre Consigliere d’Amministrazione IREN rappresentanti del Comune di Torino che hanno avallato queste manovre si rendono conto di aver violato i principi e valori proclamati dal Comune di Torino che essi rappresentano?

Sindaco e consiglieri/e comunali, che ne dovrebbero essere i custodi, hanno chiesto conto di quelle violazioni?

  

Torino, 20 maggio 2025

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  1. ASM Vercelli - Al servizio di chi?
  2. Vercelli: basta sabotare la gestione pubblica dell’acqua
  3. ASM Vercelli : Gestire l'acqua nell'interesse degli utenti non delle società private
  4. ASM Vercelli - Salvare l’acqua per salvare il futuro

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