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Marco Bersani: Manovra economica contro la democrazia

Dettagli
Notizie locali
03 Settembre 2011

logo articoloManovra economica contro la democrazia

(Clicca qui per scaricare il documento)
Forse non si aspettavano lo schiaffo referendario, forse confidavano nella disaffezione al voto che, ancora una volta, avrebbe impedito di disturbare il manovratore. Ma così non è andata e 27 milioni di donne e uomini hanno votato per la ripubblicizzazione dell’acqua e la difesa dei beni comuni. Affermando il diritto a decidere su ciò che a tutti appartiene.

“Che fare?” si devono essere chiesti i poteri forti finanziari e i manager delle multi utilities di fronte al fatto che, dopo oltre due decenni, la favola del “privato è bello” è stata respinta dal plebiscito referendario. Quale miglior occasione se non l’alibi del precipitare della crisi finanziaria? Quale miglior mandante di astratti mercati che, come divinità dell’antica Grecia, si turbano e chiedono sacrifici agli umani?

Ed ecco allora, nella macelleria sociale vestita da manovra economica allestita dal governo, rientrare dalla finestra ciò che le donne e gli uomini di questo paese avevano cacciato fuori dalla porta. Avanti tutta con le privatizzazioni e con la svendita dei servizi pubblici locali e per convincere i Comuni basta adottare il bastone e la carota : taglio generalizzato dei trasferimenti per tutti e premi –in finanziamenti e in allentamento del patto di stabilità- per quelli, tra loro, che si dimostreranno docili esecutori dei diktat governativi. Il tutto –come sottolineato più volte dal Ministro Tremonti- escludendo l’acqua, perché c’è stato il referendum e non si può non tenerne conto.
Decisamente non ci siamo.


Sull’acqua i cittadini hanno votato con chiarezza : fuori il mercato e fuori i profitti. Il che significa che a livello territoriale tutti gli enti locali devono mettere in campo le procedure per la ripubblicizzazione del servizio idrico, superando finalmente le SpA e coinvolgendo cittadini, lavoratori e comunità locali nella gestione del bene comune. E devono altresì modificare le tariffe che, da fine luglio scorso, non possono più contenere l’adeguata remunerazione del capitale investito, ovvero i profitti garantiti ai gestori.Ma i referendum del giugno scorso hanno anche detto “no” alla consegna al mercato di tutti i servizi pubblici locali. Se ne facciano una ragione i poteri forti : la favola liberista ha fatto il suo tempo e le donne e gli uomini di questo paese hanno intrapreso la strada della riappropriazione sociale, il linguaggio dei beni comuni, una nuova idea della democrazia.Riproporre nella manovra la fotocopia del decreto Ronchi –seppur con l’eccezione dell’acqua- sui servizi pubblici locali, è un attacco diretto al voto referendario, al diritto di decidere delle persone e non fa che precipitare in maniera irreversibile il degrado della democrazia rappresentativa.Se qualcuno pensa di poter tranquillamente proseguire come se i referendum non fossero avvenuti, è bene che sappia che sta solo segando il ramo su cui –da troppo tempo- è seduto.L’esperienza dei movimenti per l’acqua, come l’insieme di conflittualità sociali e di movimenti in lotta nel paese, ha cambiato la cultura delle persone, producendo un effetto straordinario di rifiuto della delega e di nuova partecipazione sociale. Anche all’opposizione forse qualcuno dovrebbe cominciare a rendersene conto, invece di competere su chi rassicura meglio la Bce e mitiga con più efficacia la collera dei mercati.
Sarà l’autunno a dimostrare come indietro non si torna: nei territori e a livello nazionale, con la mobilitazione sociale e la disobbedienza diffusa. Nel cuore l’insopportabilità del presente, negli occhi l’allegria del futuro
Marco Bersani (Attac Italia)

2 settembre 2011 - CS: Una manovra incostituzionale e contro i referendum, il Forum dei Movimenti per l'Acqua si mobilita

Dettagli
Notizie locali
02 Settembre 2011

Manovra incostituzionale e contro i referendum

COMUNICATO STAMPA

Una manovra incostituzionale e contro i referendum, il Forum dei Movimenti per l'Acqua si mobilita

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sarà in campo, nei prossimi giorni, per contrastare l'approvazione di una manovra economica iniqua e sbagliata. Una manovra che non solo colpisce pesantemente le fasce più deboli della popolazione, ma attacca anche i principi costituzionali fondamentali, da quelli relativi al mondo del lavoro fino alla stessa democrazia, esercitata a giugno dalle italiane e dagli italiani attraverso lo strumento referendario.  Il provvedimento ripropone infatti, all'art. 4, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, disconoscendo di fatto i risultati referendari con cui, in modo netto e chiaro, il popolo italiano ha detto no alla cessione al mercato dei beni comuni e no ai profitti sull'acqua. In questo modo si calpesta la forte domanda di partecipazione alla vita politica del paese che è venuta dai referendum del 12 e 13 giugno.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, come ha sempre fatto e sulla base delle modalità con cui il si relaziona con le organizzazioni sindacali, parteciperà sia allo sciopero generale indetto per il 06 settembre dalla CGIL che a quello indetto nella stessa giornata dai sindacati di base (USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas, USI).

Inoltre il popolo dell'acqua sarà in piazza il 7 settembre con proprie mobilitazioni, a Roma sotto il Senato e nei territori sotto le prefetture, per dire a gran voce che sui referendum e acqua indietro non si torna!


Roma, 2 settembre 2011

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Manovra incostituzionale e contro i referendum

Dettagli
Notizie locali
02 Settembre 2011

Manovra incostituzionale e contro i referendum

COMUNICATO STAMPA   (Roma, 2 settembre 2011)

Una manovra incostituzionale e contro i referendum, il Forum dei Movimenti per l'Acqua si mobilita

 

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sarà in campo, nei prossimi giorni, per contrastare l'approvazione di una manovra economica iniqua e sbagliata. Una manovra che non solo colpisce pesantemente le fasce più deboli della popolazione, ma attacca anche i principi costituzionali fondamentali, da quelli relativi al mondo del lavoro fino alla stessa democrazia, esercitata a giugno dalle italiane e dagli italiani attraverso lo strumento referendario.  Il provvedimento ripropone infatti, all'art. 4, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, disconoscendo di fatto i risultati referendari con cui, in modo netto e chiaro, il popolo italiano ha detto no alla cessione al mercato dei beni comuni e no ai profitti sull'acqua. In questo modo si calpesta la forte domanda di partecipazione alla vita politica del paese che è venuta dai referendum del 12 e 13 giugno.
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Leggi l'articolo di Marco Bersani "Manovra economica contro la democrazia"

volantino del 20/08/11: La crisi l'hanno provocata gli speculatori. Siano loro a pagarne il prezzo

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Notizie locali
21 Agosto 2011

La crisi l'hanno provocata gli speculatori. Siano loro a pagarne il prezzo! (Clicca qui per scaricare il file)

15 Agosto 2011 - Marco Bersani -Privatizzazioni: Il popolo ha ritirato le deleghe

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Notizie locali
17 Agosto 2011

Logo Attac

Privatizzazioni: il popolo ha ritirato le deleghe

 

Con l’alibi della crisi finanziaria e sotto l’egida della Banca Centrale Europea, il Governo Berlusconi ha deciso una manovra da macelleria sociale basata sulle stesse politiche liberiste che hanno prodotto la crisi.

In particolare, ha deciso di considerare la vittoria referendaria dello scorso giugno come un banale incidente di percorso che, se impedisce (per il momento) ai poteri forti di allungare le mani sull’acqua, senz’altro permette la riproposizione dell’obbligo di privatizzazione per tutti i servizi pubblici locali “a rilevanza economica”

Fa da contraltare la cosiddetta opposizione del PD, che si scaglia contro l’obbligo di privatizzazione, ma solo perché ne preferisce la libera scelta, fatta per piacere e senza imposizioni.

C’è qualcosa che continua a non essere chiaro al mondo politico e ai grandi capitali finanziari.

Con il voto referendario del 12 e 13 giugno scorsi, la maggioranza assoluta del popolo italiano ha deciso di ritirare due deleghe fino ad allora assegnate.

La prima delega ritirata è stata quella al mercato, dopo oltre due decenni di ideologia liberista basata sul “privato è bello”  e sulla drastica riduzione del ruolo del pubblico : con il suo voto, il popolo italiano ha rivendicato la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, la sua gestione partecipativa e la difesa dei beni comuni.

Una necessità di riappropriazione sociale contro un mercato pervasivo che ha assoggettato l’intera vita delle persone alla valorizzazione finanziaria, relegandola nell’universo della frammentazione sociale e della solitudine competitiva.

La seconda delega ritirata è stata quella alla politica istituzionale, dopo oltre due decenni di ipnosi sociale, basata sull’informazione verticale e unidirezionale dello strumento televisivo : con il suo voto, il popolo italiano ha preso atto della crisi, profonda e irreversibile, della democrazia rappresentativa, e ha rivendicato il diritto di poter decidere sui beni comuni che a tutti appartengono.

Riproporre con diktat autoritario le politiche di privatizzazione, come ha fatto il Governo Berlusconi, con la copertura politica di un’opposizione in stato comatoso, l’assenso delle cosiddette “parti sociali” e la benedizione del Presidente della Repubblica, significa voler far finta di non capire ciò la straordinaria esperienza del  movimento per l’acqua ha rappresentato : la fine di un ciclo politico e culturale e l’avvio di una inversione di rotta, dentro la quale il nuovo linguaggio dei beni comuni diventa, da mera costruzione teorica, pratica sociale e di conflitto.

A questo proposito, tanto il mondo politico istituzionale –di governo e di opposizione- quanto il mondo dei poteri forti economico-finanziari è bene sappiano che i movimenti per l’acqua e per i beni comuni non staranno seduti a guardare.

La manovra che prevede la fotocopia del decreto Ronchi (seppur esentando il servizio idrico integrato) impatta direttamente con quanto la maggioranza assoluta degli italiani ha deliberato con il voto referendario : per questo verrà impugnata, nelle forme e nei modi più opportuni, davanti alla Corte Costituzionale.

E, per quanto riguarda l’acqua, nessuno si illuda che basti un decreto che –bontà sua- la esenta dal nuovo tentativo di consegna forzata all’appropriazione privata : la doppia vittoria dei SI ai quesiti referendari ha detto chiaramente che l’acqua va sottratta al mercato e che la gestione del servizio idrico non dovrà prevedere profitti.

Ciò significa che le tariffe vanno obbligatoriamente ridotte della quota relativa alla remunerazione del capitale investito e che, territorio per territorio, la gestione dell’acqua deve uscire dalla forma societaria della SpA ed essere affidata alla gestione partecipativa dei cittadini, dei lavoratori e delle comunità locali.

Se questo non è ancora chiaro, sarà la mobilitazione dei movimenti per l’acqua, a livello nazionale e territoriale, ad esplicitarlo nei prossimi mesi.

Senza sconti per nessuno e con la consapevolezza di essere i custodi del voto referendario e della diffusa domanda di democrazia.

Sarà un autunno caldo quello che sta arrivando : servirà molta acqua per rinfrescare le lotte.

Marco Bersani (Attac Italia)


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