Manovra incostituzionale e contro i referendum
Manovra incostituzionale e contro i referendum
COMUNICATO STAMPA (Roma, 2 settembre 2011)
Una manovra incostituzionale e contro i referendum, il Forum dei Movimenti per l'Acqua si mobilita
COMUNICATO STAMPA (Roma, 2 settembre 2011)
Una manovra incostituzionale e contro i referendum, il Forum dei Movimenti per l'Acqua si mobilita
La crisi l'hanno provocata gli speculatori. Siano loro a pagarne il prezzo! (Clicca qui per scaricare il file)
Con l’alibi della crisi finanziaria e sotto l’egida della Banca Centrale Europea, il Governo Berlusconi ha deciso una manovra da macelleria sociale basata sulle stesse politiche liberiste che hanno prodotto la crisi.
In particolare, ha deciso di considerare la vittoria referendaria dello scorso giugno come un banale incidente di percorso che, se impedisce (per il momento) ai poteri forti di allungare le mani sull’acqua, senz’altro permette la riproposizione dell’obbligo di privatizzazione per tutti i servizi pubblici locali “a rilevanza economica”
Fa da contraltare la cosiddetta opposizione del PD, che si scaglia contro l’obbligo di privatizzazione, ma solo perché ne preferisce la libera scelta, fatta per piacere e senza imposizioni.
C’è qualcosa che continua a non essere chiaro al mondo politico e ai grandi capitali finanziari.
Con il voto referendario del 12 e 13 giugno scorsi, la maggioranza assoluta del popolo italiano ha deciso di ritirare due deleghe fino ad allora assegnate.
La prima delega ritirata è stata quella al mercato, dopo oltre due decenni di ideologia liberista basata sul “privato è bello” e sulla drastica riduzione del ruolo del pubblico : con il suo voto, il popolo italiano ha rivendicato la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, la sua gestione partecipativa e la difesa dei beni comuni.
Una necessità di riappropriazione sociale contro un mercato pervasivo che ha assoggettato l’intera vita delle persone alla valorizzazione finanziaria, relegandola nell’universo della frammentazione sociale e della solitudine competitiva.
La seconda delega ritirata è stata quella alla politica istituzionale, dopo oltre due decenni di ipnosi sociale, basata sull’informazione verticale e unidirezionale dello strumento televisivo : con il suo voto, il popolo italiano ha preso atto della crisi, profonda e irreversibile, della democrazia rappresentativa, e ha rivendicato il diritto di poter decidere sui beni comuni che a tutti appartengono.
Riproporre con diktat autoritario le politiche di privatizzazione, come ha fatto il Governo Berlusconi, con la copertura politica di un’opposizione in stato comatoso, l’assenso delle cosiddette “parti sociali” e la benedizione del Presidente della Repubblica, significa voler far finta di non capire ciò la straordinaria esperienza del movimento per l’acqua ha rappresentato : la fine di un ciclo politico e culturale e l’avvio di una inversione di rotta, dentro la quale il nuovo linguaggio dei beni comuni diventa, da mera costruzione teorica, pratica sociale e di conflitto.
A questo proposito, tanto il mondo politico istituzionale –di governo e di opposizione- quanto il mondo dei poteri forti economico-finanziari è bene sappiano che i movimenti per l’acqua e per i beni comuni non staranno seduti a guardare.
La manovra che prevede la fotocopia del decreto Ronchi (seppur esentando il servizio idrico integrato) impatta direttamente con quanto la maggioranza assoluta degli italiani ha deliberato con il voto referendario : per questo verrà impugnata, nelle forme e nei modi più opportuni, davanti alla Corte Costituzionale.
E, per quanto riguarda l’acqua, nessuno si illuda che basti un decreto che –bontà sua- la esenta dal nuovo tentativo di consegna forzata all’appropriazione privata : la doppia vittoria dei SI ai quesiti referendari ha detto chiaramente che l’acqua va sottratta al mercato e che la gestione del servizio idrico non dovrà prevedere profitti.
Ciò significa che le tariffe vanno obbligatoriamente ridotte della quota relativa alla remunerazione del capitale investito e che, territorio per territorio, la gestione dell’acqua deve uscire dalla forma societaria della SpA ed essere affidata alla gestione partecipativa dei cittadini, dei lavoratori e delle comunità locali.
Se questo non è ancora chiaro, sarà la mobilitazione dei movimenti per l’acqua, a livello nazionale e territoriale, ad esplicitarlo nei prossimi mesi.
Senza sconti per nessuno e con la consapevolezza di essere i custodi del voto referendario e della diffusa domanda di democrazia.
Sarà un autunno caldo quello che sta arrivando : servirà molta acqua per rinfrescare le lotte.
Marco Bersani (Attac Italia)
L’assemblea preparatoria del Forum alternativo mondiale dell’Acqua (FAME), riunita a Montreuil il 9 e 10 luglio, si rallegra del successo storico per l’acqua e per la democrazia ottenuto dal popolo italiano con il referendum. Si felicita anche per il fatto che il diritto all’acqua sia stato inserito nella nuova costituzione marocchina benchè essa rimanga al di sotto delle aspettative del movimento per il cambiamento innescato in Marocco dalla primavera araba.
In Francia, dopo un contenzioso giuridico di più anni, la Corte costituzionale ha autorizzato il Dipartimento delle Landes a sostenere con propri finanziamenti i Comuni che scelgono la gestione diretta.
È uno smacco ulteriore per i fautori della mondializzazione finanziaria nella loro volontà di conquista dei servizi pubblici dell’acqua. Evidentemente il mondo dei mercanti d’acqua vacilla! Al punto che la multinazionale VEOLIA annuncia in questi giorni la sua ristrutturazione per far fronte alla spinta crescente della cittadinanza attiva a favore della gestione pubblica.
In questo contesto, il FAME di marzo 2012 a Marsiglia diventa il prossimo grande appuntamento internazionale della lotta per l’acqua bene comune e diritto umano fondamentale. La dinamica partecipativa è bene avviata, sono già pervenuti più di 100 contributi da 30 paesi e da tutti i continenti, in particolare dall’Africa. A partire da queste proposte sono stati definiti alcuni grandi temi, dall’agricoltura e alimentazione all’energia e alla salute, che saranno resi pubblici nei prossimi giorni. In occasione del FAME si riunirà anche un Tribunale mondiale dell’Acqua. Laboratori, filmati, conferenze, mostre, animazioni di strada, saranno tutti accolti dal FAME per consentire a ciascuno/a di partecipare direttamente e non solo assistere.
Il FAME sarà infine un luogo di dialogo con i poteri pubblici, soprattutto quelli territoriali ai quali compete la gestione dell’acqua e la depurazione, e con i servizi pubblici dell’acqua ai quali sarà riservato un apposito spazio di esposizione e incontro.
Montreuil, 12 luglio 2011