Giù le mani da SMAT
Che IREN voglia mettere le mani su SMAT non è una novità. Lo diceva già 20 anni fa l’allora Amministratore Delegato di IRIDE ing. Garbati.
È la politica che IREN sta perseguendo nel Nord Ovest, a Vercelli come ad Asti, Cuneo e Novara, per controllare il mercato dell’energia, dei rifiuti, del gas e anche dell’acqua: per accaparrarsi non solo la gestione delle aziende idriche locali ma anche le fonti dei loro acquedotti, sempre più preziose in tempi di siccità e di cambiamento climatico.
Gestendo l’acqua come merce e non come bene comune SMAT fa un sacco di soldi. Solo gli incapaci e i corrotti non ci riescono.
IREN di soldi ha un grande bisogno, anche se sembra uscita dalle difficoltà degli scorsi anni che l’avevano addirittura costretta ad intaccare le riserve per pagare un po’ di cedole agli azionisti. Non l’hanno certamente aiutata le manovre finanziare dissennate della maggioranza Appendino che prima ha venduto a basso prezzo un consistente pacchetto di azioni IREN e poi lo ha riacquistato a un prezzo molto maggiore.
È di questi giorni la denuncia del Sindaco di Torino della pessima gestione della Nettezza Urbana da parte di IREN che si è già mangiata AMIAT e la gestisce.
I vertici IREN lascino stare SMAT e comincino ad occuparsi di questo problema sanitario e ambientale che degrada Torino, umilia i lavoratori ex-AMIAT e indigna i torinesi costretti a pagare esose bollette per un servizio sempre peggiore.
È la dimostrazione che i criteri e le logiche del mercato e del profitto sono incompatibili con l'obiettivo dei servizi pubblici locali: il loro scopo non è fare profitto ma erogare servizi efficienti, economici e accessibili a tutti con bilanci in pareggio. Altrimenti perché paghiamo le tasse e le bollette?
Il Consiglio di Amministrazione IREN decadrà il prossimo giugno.
Chiediamo sin d’ora che le nuove nomine – di competenza dei Comuni azionisti a partire dal Comune di Torino - segnino un profondo cambiamento rispetto al passato. La scelta dei nuovi vertici IREN e il mandato di gestione che verrà loro conferito devono poggiare innanzitutto su una nuova cultura del servizio pubblico di cui i cittadini contribuenti non sono clienti ma utenti, come sono i datori di lavoro di manager e dipendenti. I quali devono perseguire un risultato certamente economico ma soprattutto sociale e ambientale: dall’accesso universale al servizio alla sua qualità, dal risparmio energetico al contrasto al cambiamento climatico, dalla trasparenza alla gestione partecipativa.
Vale per IREN e vale per SMAT.
Torino, 27 marzo 2022