14 gennaio 2020 Cuneo: Risposta a Federico Borgna, presidente della Provincia di Cuneo
Egregio signor Presidente,
La valenza politica del contenuto le rende atto dell’impegno e della competenza che sta mettendo in campo per il rispetto del voto che i cittadini della provincia di Cuneo espressero nei due referendum del 2011.
Era fuori ogni dubbio la posizione favorevole alla gestione pubblica da sempre tenuta dal comune di Cuneo e da lei personalmente, sull’argomento. Ci siamo rivolti a lei come presidente della Provincia per comprendere se anche in questa sede istituzionale si stesse percorrendo la stessa strada. Le sue considerazioni in merito al metodo “carbonaro” adottato in particolare dall’assessore regionale Icardi per portare avanti questo “spettro” che vorrebbe la provincia suddivisa in due sub-ambiti gestionali ci rassicurano fortemente.
Solidarietà a Nicoletta Dosio
La giustizia non è tale quando diventa strumento di repressione. L'arresto di Nicoletta Dosio è un atto fuori misura, il gesto scomposto di un potere che non sa accettare il dissenso.
A Nicoletta e a tutti gli attivisti/e che ovunque subiscono misure sproporzionate ricordiamo con un abbraccio le parole di Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci.
Aderiamo all’iniziativa di questa sera 31 dicembre 2019, poco prima di mezzanotte, davanti al carcere delle Vallette, per brindare – vicino a Nicoletta – alla sua coerenza e alla lotta per difendere il futuro di tutti/e noi.
Torino, 31 dicembre 2019
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Lettera ai Sindaci: Sui pareri degli esperti di “comprovata competenza e notoria indipendenza” in merito alla trasformazione di SMAT SpA in azienda di diritto pubblico

Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Via Trivero 16 - 10153 Torino
Tel. 388 8597492
Signor Sindaco,
sottoponiamo a Lei e ai Consiglieri del Comune da Lei amministrato, le nostre considerazioni sui pareri in oggetto.
Ci sembra utile partire dal parere n. 5, relativo alla comparazione tra la figure della Società per Azioni e l'Azienda Speciale Consortile, che ha evidenziato la piena fungibilità tra loro delle due figure per tutti gli aspetti esaminati.
Da un punto di vista giuridico non si vengono a creare criticità e nemmeno differenze per quel che riguarda l'organizzazione interna, la gestione del personale, la distribuzione di eventuali utili (estesa dalla legge anche ai lavoratori delle aziende speciali), i rapporti con l'utenza, il diritto di accesso agli atti, la responsabilità degli amministratori, la giurisdizione della Corte dei Conti, l'oggetto sociale e l'assenza di qualunque soluzione di continuità dovuta alla trasformazione, compresa la continuità dell'affidamento in essere.
Rilevante semmai la maggior cogenza del divieto di cessione delle quote dell'Azienda Speciale Consortile, previsto dalla legge, rispetto all'attuale norma statutaria della Smat (punto 9 del parere). Maggior cogenza che il Comitato considera più aderente alla volontà del corpo elettorale espressosi nei referenda del 2011.
Vale la pena ricordare che anche gli altri pareri esaminati non hanno rilevato alcun impedimento giuridico alla trasformazione di SMAT, evidenziando semmai il mancato allineamento delle norme riguardanti le aziende speciali ad alcune intervenute modifiche di dettaglio della normativa riguardante le società commerciali.
Non si tratta di chiedersi ora se ci troviamo di fronte a una trascuratezza del legislatore o di una sua sottile volontà implicita di marginalizzare la figura giuridica dell'azienda speciale, questo dubbio appartiene alla sfera della politica e non del diritto.
Bene ha fatto il parere n. 5 a ricordare che questa scelta è politica e non giuridica.
La pubblica amministrazione non può eludere il suo dovere di esprimere una importante scelta politica, nascondendosi dietro supposti ostacoli di natura giuridica: non ne esistono.
Però si sono destinati mesi di lavoro e una spesa, di certo non eccessiva (ma rilevante per chi fa del taglio dei “costi della politica” una bandiera) per trovarci sostanzialmente allo stesso punto di consapevolezza della assenza di ostacoli giuridici alla trasformazione (cd “eterogenea”) prevista dal Codice Civile come chiarito dal documento sottoposto (gratuitamente) all’amministrazione comunale di Torino già nella precedente tornata, sottoscritto anch'esso da illustri giuristi (tra essi il prof. Mattei).
Successivamente alla stessa conclusione di ammissibilità della trasformazione è pervenuta la Corte dei Conti con parere delle Sezioni Unite di controllo sulle amministrazioni periferiche.
Parere che non può essere passato inosservato all'amministrazione comunale di Torino in quanto richiesto dalla stessa.
Diventa inevitabile chiedersi perché, di fronte a una scelta squisitamente politica, si è richiesta una consulenza essenzialmente, se non totalmente, di natura giuridica.
Occorre innanzitutto ricordare che la proposta di trasformazione nasce nel quadro di una generale rimessa in discussione della privatizzazione, sia formale (trasformazione in SpA delle aziende pubbliche con conservazione dell'intero pacchetto azionario in mano pubblica) sia sostanziale dei servizi pubblici nel quadro delle più ampie politiche di privatizzazione.
Questo è vero sia a livello locale, con la prima proposta di delibera di iniziativa popolare a Torino, sia con quella nazionale con i referenda, sia addirittura a livello internazionale, come dalla letteratura citata dal parere n. 5.
Di fronte all'ampiezza di tale processo stupisce la totale assenza di riferimenti puntuali alla relazione su vent'anni di privatizzazioni in Italia (con sguardo comparativo alle analoghe esperienze internazionali) approvata con delibera 3 del 2010 della Sezione di Controllo (sulla gestione dell'amministrazione dello Stato) della Corte dei Conti, che costituisce ancora oggi un imprescindibile quadro di riferimento ampiamente condivisibile per la sua obiettività.
Nello specifico sarebbe stato più utile entrare nel merito delle diversità di cultura gestionale e industriale tra i due modelli alternativi (SpA e Azienda Speciale) partendo dallo stato attuale.
Chiunque conosca le realtà aziendali, particolarmente nelle realtà di pubblico servizio, si rende conto di quanto la forma giuridica assunta indichi a lavoratori, management e utenti una diversa scala valoriale cui si ispira, nei fatti più che nelle affermazioni, la cultura dell'azienda.
Sulla contrapposizione, anche aspra, tra i differenti modelli culturali sarebbe valsa la pena di approfondire la riflessione relativa alle esperienze europee.
Valga per tutte il progressivo svincolarsi del management dalla proprietà pubblica sulle scelte strategiche (e non solo sulla gestione). Con un processo nella sostanza analogo a quello avvenuto nelle grandi società ad azionariato pienamente diffuso con le cosiddette “Public Company” nordamericane su cui esiste una ricca letteratura risalente agli anni ‘30 del secolo scorso. Processo che erode alla base proprio il principio di quel controllo analogo che giustifica l'affido diretto.
Tempo e risorse probabilmente non sarebbero state sufficienti per una ricerca sul campo, questa sì veramente utile al decisore politico; ma forse avrebbero consentito almeno una bibliografia ragionata.
Quantomeno si sarebbe potuto approfondire semmai quel percorso, iniziato autonomamente dall'incontro pubblico tra lavoratori, imprese e società civile, organizzato dal Comitato Acqua Pubblica di Torino pochi mesi or sono, vedi:
https://www.acquabenecomunetorino.org/index.php/convegni/giugno-2019-per-il-futuro-di-smat
Torino, 18 dicembre 2019
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto: è questo l’obiettivo di Appendino?
ATTAC Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’Aiuto ai Cittadini
Comitato torinese – via Mantova 34 – 10153 Torino – Cell. 347 9443758
Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto
è questo l’obiettivo di Appendino?
Subalterna ai grandi interessi finanziari e speculativi, incapace di difendere i risparmiatori torinesi vittime delle banche che non riconoscono interessi sui loro risparmi ma poi li prestano al Comune a interessi che toccano il 5%, anche per Appendino il cappio del debito è diventato l’alibi per ogni privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici.
Ora tocca alla Cavallerizza, un complesso di grande valore storico, culturale, urbanistico e immobiliare: 47.000 metri quadrati nel cuore del centro cittadino.
Lasciato andare in malora perché quel che interessa agli speculatori non è l’arte o la storia ma il suolo, anche coperto di macerie, ma prezioso per costruire alberghi e residenze di lusso, attività e locali di alto bordo, e rovinare anche i Giardini Reali con un parcheggio sotterraneo come previsto dal Piano Regolatore.
A maggio 2014 Assemblea Cavallerizza 14:45, un gruppo eterogeneo di cittadine e cittadini, si è opposto a questo disegno, chiamando la città a condividere gli obiettivi di un’occupazione durata 5 anni, che ha prodotto sensibilizzazione, interesse, partecipazione e la proposta di autogestione, presentata al Comune di Torino nel maggio 2018 per scongiurare la privatizzazione e dare nuova vita e funzioni pubbliche all’intero complesso della Cavallerizza. Quella proposta è stata stravolta, sfigurata, tradita nelle segrete stanze del Comune, tra pochi intimi, all’insaputa di quasi tutti i promotori e dell’intera città. Gli ultimi occupanti l’hanno accettata in cambio della promessa da potervi far ritorno in futuro … !?!. e con la benedizione del Prefetto e della Sindaca hanno sgomberato il campo lasciando via libera alla privatizzazione di quel bene pubblico, allo scempio urbanistico e alla speculazione immobiliare, all’insegna della trovata di certi accademici per i quali bisogna “privatizzare per non privatizzare" sic!
Ora il Consiglio comunale compie un altro passo verso la completa privatizzazione di Cavallerizza. Con l’approvazione di un apposito Regolamento, istituisce la Fondazione Beni Comuni, uno strumento giuridico-economico di diritto privato, al quale conferire il bene pubblico Cavallerizza, e altri beni pubblici che sono di tutti noi, per farli scorrere fuori dal controllo del consiglio comunale verso la proprietà privata, il mercato, la speculazione che non arricchiscono ma depredano la comunità.
Il presidio del 25 novembre 2019 dalle ore 17 - davanti al Comune
ha lo scopo di rivolgere un estremo appello al Consiglio comunale: respingete la delibera sul Regolamento dei beni comuni che apre le porte alla privatizzazione del patrimonio cittadino, bloccate il percorso delle privatizzazioni, difendete gli interessi veri della nostra comunità, altrimenti, quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto.
Torino, 21 novembre 2019
Trasformazione di SMAT SpA in Azienda di diritto pubblico - Pareri degli "esperti"

Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Via Trivero 16 - 10153 Torino
Tel. 388 8597492
Sui pareri degli esperti di “comprovata competenza e notoria indipendenza”
in merito alla trasformazione di SMAT SpA in azienda di diritto pubblico
In questi giorni, i Sindaci di Torino e della Città Metropolitana stanno ricevendo per posta raccomandata un corposo plico contenente i pareri che avevano chiesto a esperti “di comprovata competenza e notoria indipendenza” sulla trasformazione di Smat da Società per Azioni di diritto privato ad azienda speciale consortile di diritto pubblico. Pareri che erano stati consegnati in settembre, che SMAT si è tenuta nel cassetto per un mese e mezzo, e che sono stati anticipati a Lo Spiffero il 7 novembre, prima che i legittimi destinatari li ricevessero.
Scommettiamo che i nostri Sindaci non siano entusiasti di doversi sorbire circa 180 pagine di testi legali e che si chiedano perché hanno pagato oltre 80.000 – diconsi ottantamila euro – per dover ora dedicare tempo e fatica a capire quello che gli esperti avrebbero dovuto dire sulla trasformazione di SMAT.
E perché anticiparli a Lo Spiffero prima di trasmetterli “in forma riservata” ai Sindaci per posta, e non via pec? Forse per orientare la lettura nel senso voluto dai vertici SMAT, da sempre contrari alla trasformazione? v. l’intervista del solito Spiffero all’Amministratore delegato Ranieri. O perché affermano che tutto sommato la trasformazione è neutra e la scelta è squisitamente politica, oppure perché sono basati su dati talmente ideologici e taluni clamorosamente parziali se non falsi, da mettere in dubbio la “comprovata competenza e notoria indipendenza” degli esperti scelti dal Cda SMAT?
Segnaliamo in particolare la faziosità e le falsità contenute nel parere che attribuisce la mala gestione del Consorzio ASA di Castellamonte al fatto di essere un’ azienda di diritto pubblico e non all’incapacità e disonestà dei suoi amministratori. Come se il toccasana fosse la forma societaria di diritto privato, qual è ora SMAT, che nel 2007 ha affidato a una società esterna di diritto privato Hydrodata, la progettazione preliminare, definitiva e esecutiva dell’Acquedotto della Val di Susa che ci è già costato sui 127 milioni di euro, inaugurato nel giugno 2019, e nelle cui tubature non scorre ancora una sola goccia d’acqua. Quella stessa SMAT che ha revocato in extremis l’aggiudicazione dell’appalto di € 20 milioni del 1° lotto del Collettore Mediano, ma solo in seguito a precise denunce pubbliche per “errata attribuzione dei punteggi”…
Con la collaborazione del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua entreremo nel merito di ciascun parere, renderemo pubbliche le nostre valutazioni e le sottoporremo in primo luogo non ai giornali ma ai nostri Sindaci confidando nella loro attenzione.
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Torino, 18 novembre 2019
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11 dicembre 2019 al Sereno Regis: proiezione del documentario "Dimensione Orizzontale"
11 dicembre 2019
Sala Poli del Centro Studi Sereno Regis
Via Garibaldi 13 Torino
ore 20 - Aperitivo delle nostre Incursioni Saporite.
ore 21 - proiezione del film documentario di Roberto Della Torre
Dimensione Orizzontale
I Beni Comuni
l'acqua, la cultura e gli spazi urbani
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