14 aprile 2105 - Statuto della Città Metropolitana un rullo compressore della democrazia, dei diritti, della coesione sociale
Forum italiano dei movimenti per l'acqua Comitato Acqua Pubblica Torino c/o Arci - Via Mantova 34 - 10153 Torino
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Statuto della Città Metropolitana
un rullo compressore della democrazia, dei diritti, della coesione sociale
* Rappresentanza istituzionale diretta: abolita e sostituita con un gruppo di persone scelte dai partiti
* Piccoli Comuni: abolizione per aggregazione (Art.3, quinto capoverso)
* Strumenti di partecipazione democratica: aboliti e rinviati a un futuro Regolamento quando invece il Testo Unico Enti Locali prescrive che siano contenuti nello Statuto dell’Ente.
* Tutela delle acque, del suolo, dell’ambiente: nessun impegno concreto in tema di contrasto al cambiamento climatico e all’attuazione delle precise
competenze in merito della Città Metropolitana.
* Risparmio idrico: abolito
* Servizio Idrico: scomparsa la gestione pubblica dell'acqua inserita nel 2010 per iniziativa popolare nello Statuto della disciolta Provincia.
Molti Sindaci hanno presentato il seguente emendamento che Le chiediamo di approvare
Emendamento all’Art. 10 – Servizio Idrico
Al punto e) : sostituire le parole “a controllo pubblico” con le parole “interamente pubblici”
L’acqua è un bene demaniale, quindi pubblico, e pertanto in discussione non è la proprietà pubblica dell’acqua (e ci mancherebbe!) ma la sua gestione, che gli italiani hanno riaffermato con il Referendum del giugno 2011, dover essere pubblica senza scopo di lucro.
Fuori l’acqua dal mercato
Perché il mercato non conserva, avendo tutto l’interesse a dissipare
Perché il mercato non universalizza, avendo tutto l’interesse a dividere.
Fuori i profitti dall’acqua
Perché l’acqua non è una merce
Le parole sono pietre
Da quasi un anno chiediamo di riportare nel nuovo Statuto della Città Metropolitana gli Articoli inseriti nel 2010 per iniziativa popolare nello Statuto della disciolta Provincia. Essi anticipavano l’esito referendario del 2011 e quindi a maggior ragione andavano riaffermati.
Il confronto tra i due testi è inequivocabile : la Città Metropolitana
* “tende “ non “assume tra i propri fini” la salvaguardia degli interessi degli utenti
* non favorisce più il risparmio idrico
* rinnega la “gestione interamente pubblica del Servizio Idrico” a favore di un “controllo” pubblico che ammette la presenza del privato.
Statuto disciolta Provincia |
Statuto Città Metropolitana |
Art. 63bis Servizio Idrico 1. La Provincia assume tra i propri fini quello di una forte regolazione pubblica tesa alla salvaguardia degli interessi degli utenti e si impegna a: a) considerare l’acqua un bene comune non privatizzabile e di conseguenza il servizio idrico integrato come privo di rilevanza economica. Pertanto la Provincia garantisce, nell’ambito delle proprie competenze, che gli eventuali utili generati dalla gestione del servizio idrico integrato siano reinvestiti nel servizio stesso; b) garantire che la proprietà della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione sia pubblica e inalienabile; c) assicurare ai cittadini dei Comuni del territorio provinciale la massima qualità ed efficienza del servizio idrico integrato, la tutela delle acque, l’uso razionale della risorsa, l’accessibilità per tutti, l’equità delle tariffe tramite un sistema che tuteli le fasce deboli e favorisca il risparmio idrico.
Art. 64 Forme di gestione …… 5bis. La Provincia assume tra i propri fini la partecipazione, in cooperazione con gli altri enti territoriali, all’organizzazione del servizio idrico integrato e garantisce, nell’ambito delle proprie competenze, la gestione della rete e l’erogazione del servizio esclusivamente mediante enti o aziende interamente pubblici. |
Art. 10 Servizio Idrico
1. La Città Metropolitana tende alla salvaguardia degli interessi degli utenti e si impegna a:
a) considerare l’acqua un bene comune non privatizzabile;
b) garantire, nell’ambito delle proprie competenze, il reinvestimento degli utili del servizio idrico integrato nel servizio stesso;
c) garantire la proprietà pubblica delle reti;
d) assicurare qualità ed efficienza del servizio, uso razionale ed accessibilità per tutti, secondo principi di equità e di tutela delle fasce deboli.
e) garantire la gestione del servizio idrico attraverso enti o aziende a controllo pubblico. |
Si scrive acqua ma si legge democrazia
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