Il 12 e 13 Giugno 2011, dopo molti anni, i referendum sono tornati ad essere lo strumento di democrazia diretta che la Costituzione garantisce. La maggioranza assoluta delle italiane e degli italiani si è espressa a favore della fuoriuscita dell'acqua da una logica di mercato e di profitto: un'indicazione chiara circa la direzione da percorrere nel futuro in tema di garanzie sociali, diritti collettivi e gestione dei beni comuni.
A oggi, trascorsi quasi due anni dalla vittoria referendaria, i Governi che si sono succeduti non hanno compiuto nessun passo in tale direzione, bensì diversi sono stati i provvedimenti, approvati e/o proposti, che muovono in direzione opposta.
A livello torinese, all’inerzia dei Consigli comunali e provinciale, ha supplito l’iniziativa dal basso dei cittadini/elettori con la Proposta di deliberazione d’iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT SPA in Azienda speciale consortile di diritto pubblico per metterla al riparo dalla privatizzazione.
Sostenuta da migliaia di firme di torinesi, è stata presentata in Comune il 23 luglio 2012 e sarebbe finita in un cassetto se il Comitato promotore non avesse premuto e sollecitato la sua discussione e approvazione. Un iter stanco di sei mesi, nell’indifferenza della maggior parte dei consiglieri comunali e con l’ostilità manifesta del vice sindaco Dealessandri e dei suoi uffici, ha portato al voto del 4 marzo quando – un improvviso colpo di mano del PD – ha mutilato la delibera con 12 emendamenti e imposto altri tre mesi di “verifica”.
Il Comitato promotore ha chiesto al Sindaco di essere coinvolto in questa “verifica” ma, nonostante le rassicurazioni del primo cittadino, sono già passati 30 dei 90 giorni previsti, e tutto tace.
È ancora una volta evidente che i privatizzatori al governo della nostra città si rifiutano di rispettare la volontà popolare espressa da 383.651 torinesi che hanno votato Si all’acqua pubblica nel referendum del 12-13 giugno 2011 e dalle migliaia che hanno sottoscritto la delibera di iniziativa popolare di trasformazione di SMAT in Azienda di diritto pubblico per dare attuazione al voto referendario.
Come può Biennale Democrazia ignorare l’esistenza del Movimento dell’Acqua Pubblica, l’esito dei referendum del giugno 2011 e la volontà di 27 milioni di italiani/e ?
Il nostro voto va rispettato
Ancora una volta, anche a Torino
si scrive acqua e si legge democrazia
Comitato provinciale acqua pubblica Torino – via Mantova 34 – 10153 Torino
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Portare l’acqua fuori dal mercato e il mercato fuori dall’acqua è possibile.
A Napoli la società di gestione dell’acqua “ARIN S.p.A.” ha smesso di essere una Società per Azioni di diritto privato ed è diventata l’Azienda Speciale “ABC Napoli” di diritto pubblico
26 marzo ore 21.00 al Caffè Basaglia
Via Mantova 34 - Torino
Conferenza del Prof. Ugo MATTEI presidente di Acqua Bene Comune Napoli
L’esperienza di Napoli nella ripubblicizzazione dell’acqua
Nel momento in cui la nostra Città, con SMAT, si avvia sul medesimo percorso è estremamente importante conoscere quella esperienza: le motivazioni, le difficoltà incontrate, le soluzioni e i risultati.
La conoscenza diretta del cambiamento operato a Napoli è il punto di partenza per un confronto su quanto sta avvenendo in altre città, fra cui TORINO, che si deve basare sui dati di fatto e non su assunti preconcetti.
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…. Se SMAT non fosse più una SPA
… avrebbe difficoltà a trovare 18,2 milioni di euro per finanziare un progetto – di 300 milioni di euro - di cui né il Consiglio comunale di Torino né gli utenti sanno nulla. Si tratterebbe – scrive Beppe Minello su La Stampa del 9 marzo – “di dotare mille utenti di speciali centraline, al posto del contatore classico, che permetteranno di monitorare eventuali perdite delle tubature, sia dell’abitazione privata, sia delle tubature pubbliche; e anche la qualità di ciò che arriva nel bicchiere (… ) Se la sperimentazione avrà successo potrà essere estesa ai 350 mila utenti SMAT del torinese con un investimento , in cinque anni, di 300 milioni”
Prima domanda, a cui l'articolista non dà risposta: perchè chiedere 3,5 milioni di euro alle banche (o a UNA banca) quando ci sono 20 milioni di utili?
E poi: sono queste le vere priorità della nostra Azienda dell’Acqua? Chi le ha decise? I Comuni soci sono d’accordo su un investimento di 300 milioni di euro? Cosa ne pensano i Consiglieri Comunali di Torino?
Se SMAT non fosse più una SPA – ma un’Azienda di diritto pubblico - il nostro Consiglio Comunale sarebbe obbligato ad occuparsene e ascoltare anche le indicazioni - GRATUITE - raccolte dalle migliaia di utenti che hanno firmato la delibera di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico, per i quali due problemi sono assolutamente prioritari: 1. - eliminare il sapore e l’odore del cloro dall’acqua del rubinetto. SMAT si solito risponde che la clorazione è il metodo più sicuro ed economico per garantire la potabilità dell’acqua. Ne esistono altri, altrettanto efficaci, che finora sono stati scartati. Non si dimentichi che il cloro, sia pure in quantità minime, non è un toccasana per chi soffre di malattie o anche solo di disturbi gastro-intestinali e in ogni caso induce all’acquisto dell’acqua in bottiglia con un aggravio di spesa di circa 120 euro l’anno per un bilancio familiare 2. - installare il contatore individuale, come per l’elettricità e il gas. Ogni famiglia si renderebbe conto, senza bisogno di litigare nell’assemblea di condominio, di chi consuma quanto, e si regolerebbe di conseguenza. Il progetto SMAT prevede invece la sostituzione del contatore centrale.
Non c’è bisogno di 18,2 milioni di euro per sapere queste cose. Basta ascoltare i cittadini-utenti ! Il Consiglio comunale verifichi se 300 milioni di euro sono davvero necessari per la BUONA gestione del nostro Bene Comune. Ma lo può fare solo se SMAT non fosse più una SPA di diritto privato e quindi SEGRETO ... e qui casca l’asino! La Stampa completi l’articolo firmato da Beppe Minello il 9 marzo 2013 con queste informazioni. Torino, marzo 2013
Dopo il cambiamento dello Statuto della Città per iniziativa dei cittadini e dopo il voto di 383.000 torinesi per l’acqua pubblica al Referendum, ora il Consiglio Comunale è “costretto” ad approvare la delibera di iniziativa popolare per l’avvio della trasformazione di Smat, la nostra azienda dell’acqua, in azienda pubblica e partecipata, seguendo il modello parigino. Questo malgrado l’opposizione dei forti poteri finanziari di questa città. È il risultato dell’impegno popolare. Il merito spetta a tutti quei cittadini che hanno espresso la volontà di partecipare e decidere, con le firme, con la partecipazione al referendum, con tutti gli strumenti di Democrazia che la Costituzione della nostra Repubblica ci mette a disposizione.
Per questo diciamo: un grande passo in avanti.
Un piccolo passo per il Consiglio Comunale.
La delibera di iniziativa popolare è stata emendata nelle sue motivazioni: i consiglieri non hanno avuto il coraggio civile di condividere il distacco critico della maggioranza dei torinesi nei confronti dell’ideologia del “tuttomercato”. I cittadini italiani hanno deciso la separazione tra acqua e mercato, perché l’acqua non è merce ma Bene Comune dell’Umanità. La timidezza del Consiglio Comunale non è comunque servita a placare gli estremismi ideologici della componente ultra-liberista della stessa maggioranza comunale, che si è platealmente dissociata. Altrettanto grave è che il Consiglio Comunale ostacoli la volontà popolare imponendo ancora, dopo sei mesi e numerose sedute di commissioni, ulteriori verifiche e valutazioni. Noi non ci spaventiamo, da anni studiamo la questione e siamo pronti far valere le nostre ragioni, confrontandoci però sui dati concreti e non sulla pretesa superiorità, questa sì tutta ideologica, del mercato (“a prescindere”, come diceva Totò!).
Una cosa è certa: con l’aiuto della cittadinanza, che non è mai mancato nella lotta per l’acqua pubblica, chiederemo e imporremo che questa pretesa analisi, queste valutazioni, non si svolgano in stanze inaccessibili, ma siano assolutamente pubbliche e si basino su dati totalmente, e senza eccezioni, accessibili ai cittadini.
Ricordiamoci: l’opposto di “pubblico” non è “privato” ma “segreto”!
Perciò diciamo: a Torino siamo 383.000, non perdiamoci di vista!
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Delibera di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT SpA in Azienda speciale di diritto pubblico
Lunedì 4 marzo un incerto Consiglio Comunale di Torino è stato costretto ad approvare la delibera di iniziativa popolare sotto la spinta democratica dei cittadini.
Emendamenti dell’ultimo minuto hanno comunque introdotto due elementi che giudichiamo negativamente.
Il PD ha voluto cancellare gran parte della c.d. “narrativa” che esprimeva le motivazioni che avevano portato alla proposta. La maggioranza di centro sinistra del Consiglio Comunale non ha avuto il coraggio di condividere il senso critico di larga parte della cittadinanza. Malgrado ciò non è riuscita a placare le intransigenti pregiudiziali ideologiche della componente ultra-liberista della stessa maggioranza.
Nel dispositivo si sono introdotti ulteriori passaggi di valutazione e analisi per l’effettiva applicazione della delibera,che, ricordiamo, viene discussa a distanza di sei mesi dalla sua presentazione.
Rispetto a questi ostacoli dell’ultimo minuto noi continueremo a portare avanti la nostra azione di coinvolgimento della cittadinanza.
Esprimiamo dubbi sulla serenità di giudizio di funzionari comunali che fino a ieri hanno posto un pregiudiziale NO alla trasformazione di SMAT. Pertanto chiediamo che l’approfondimento, richiesto con l’emendamento 11, data la sua delicatezza, sia svolto da un organismo indipendente di altissimo livello al quale sottoporre i diversi studi favorevoli o contrari che verranno effettuati.
Una valutazione più completa e articolata del Comitato Acqua Pubblica di Torino verrà espressa a breve.