23 luglio 2013: C.S. "Referendum acqua: ancora un tradimento della volontà popolare"
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Referendum acqua: ancora un tradimento della volontà popolare
La Provincia di Torino, indifferente al risultato referendario del 2011, a lungo sollecitata dalla proposta di oltre 11.000 residenti di trasformare SMAT spa in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico per metterla in salvo dalla privatizzazione e applicare il referendum, risponde in questi giorni, come il Gattopardo, che qualcosa deve cambiare perché tutto resti com'era prima.
Nella sua Delibera di Indirizzi, che annulla e sostituisce la Delibera di iniziativa popolare, alcune concessioni verbali di apparente consonanza con le nostre proposte non devono ingannare e invitiamo gli organi di informazione a non prestarsi ad un’operazione fuorviante:
- con sofismi e cavilli si nega la trasformazione di SMAT oscurando l’Art. 114 del Testo Unico Enti Locali (L.267/2000) tuttora in vigore – e recepito dall’Art. 67 dello Statuto della Provincia stessa - il quale stabilisce che l’ Azienda Speciale è possibile in quanto “ente strumentale dell’ente locale dotato di personalità giuridica, autonomia imprenditoriale, statuto ecc”;
- L’ aumento del quorum deliberativo dall’attuale 75% al 90% per “blindare” SMAT spa dall’ingresso dei privati non è sufficiente. PERCHE’ NON IL 100%? Ma la blindatura è vanificata se SMAT completa l’acquisto del 15% di azioni ora detenute da CIDIU le quali, divenendo azioni proprie di SMAT, non conferiscono più il diritto di voto. Diminuisce quindi il numero degli aventi diritto e di conseguenza si ritorna paradossalmente all’attuale quorum del 75% … il resto è uno specchietto per le allodole.
Si intravvedono così anche nuovi rapporti azionari a vantaggio del Comune di Torino che non consentirebbero ai 287 Comuni soci quel controllo analogo su SMAT richiesto dall’affidamento in house providing. Riteniamo che si stia compiendo un errore che rischia di fare cadere la legittimazione di SMAT spa a gestire il ciclo idrico completo in tutti i suddetti Comuni (su 2.300.000 abitanti della provincia, Torino non raggiunge il 1.000.000).
La trasformazione di SMAT spa in Azienda speciale avrebbe abolito il drenaggio degli utili a favore dei soci e garantito alla nuova SMAT risorse proprie per gli investimenti, riducendo la sua dipendenza dalle banche e relativi oneri finanziari.
La nostra proposta di ricercare con serenità e con metodo le soluzioni più opportune per conseguire l’obiettivo referendario si è scontrata con una chiusura culturale e politica di conservazione dell’esistente che omologa forze politiche fino a ieri diversamente attente e sensibili ai segni dei tempi qual è la straordinaria partecipazione e l’esito del voto referendario.
L’attuale larga maggioranza del consiglio provinciale, immemore della vicenda TRM spa, non sa cogliere quel messaggio tradotto nella delibera di iniziativa popolare e respinge l’unico modo per garantire che SMAT spa non venga privatizzata: la sua trasformazione in azienda di diritto pubblico.
È evidente che in questo mese di luglio 2013, la Provincia di Torino non ha più la forza né la volontà di assumere decisioni coraggiose e risolutive, come quella che nel lontano luglio 1973, fece storia avviando l’attuazione, difficilissima, della legge Basaglia.
Ben altra tempra di politici! L’Acqua Bene Comune ha bisogno che quella politica di qualità ritorni nelle nostre istituzioni.
Perciò alla trasformazione di SMAT spa in Azienda Speciale di diritto pubblico non intendiamo rinunciare, convinti come siamo che il suo perseguimento significhi difendere il risultato referendario, la legalità costituzionale e la cultura dei beni comuni.
Torino, 20 luglio 2013
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