Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
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www.acquabenecomunetorino.org
Tel. 388 8597492
Dott. Loredana Devietti Goggia
Presidente ATO3 Torinese
Via Lagrange 35 – 10123 Torino
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Gentile Presidente,
facciamo seguito all’incontro del 18 novembre scorso per sottoporle le richieste di intervento e di chiarimenti che le abbiamo anticipato in quell’occasione:
Pubblicità delle sedute della Commissione dell’Autorità d’Ambito anche in tempi di emergenza sanitaria, consentendo l’accesso virtuale alla Conferenza tramite un collegamento audio/video, come avviene, ad es. per le sedute del Consiglio e delle Commissioni consiliari del Comune di Torino.
Abbiamo però notato che – a differenza di Torino - le convocazioni ATO non riportano l’indirizzo web per collegarsi alla riunione.
Vuole indicarci come intende garantire l’accesso alla cittadinanza?
Chiediamo inoltre di avviare un confronto per individuare modalità che consentano la presentazione di osservazioni da parte della cittadinanza in merito agli atti principali (tariffa, programma e monitoraggio degli interventi) prima della loro approvazione da parte della Conferenza d’Ambito.
Regolamento delle Riunioni delle Aree Omogenee: non ci sembra che sia pubblico, né che le sedute siano aperte alla partecipazione civica.
Linguaggio delle Deliberazioni sulla Tariffa
Concordiamo con i rilievi suoi e del Dr. Massazza sulle difficoltà di lettura e comprensione delle deliberazioni ARERA. Non possiamo però accettare che le norme emesse siano incomprensibili per la quasi totalità degli utenti ai quali tali norme si applicano e probabilmente per gli stessi rappresentanti delle aree omogenee chiamati a deliberare su una materia così delicata come la tariffa.
Le chiediamo di sottoporre il problema ai componenti della Conferenza d’Ambito che rappresentano gli interessi economici ma anche democratici dei cittadini amministrati.
Una seria riflessione in merito li convincerà che erano molto più semplici e trasparenti i criteri per la determinazione e l’aggiornamento delle tariffe idriche stabiliti dal CIPE in base alle leggi 172/1995 e 448/1998, al contrario delle elucubrazioni algoritmiche di ARERA, che consentono di lucrare anche su morosità e conguagli, a fini di accumulazione del profitto in violazione dell’esito referendario che ha abrogato il profitto sull’acqua.
Non possiamo credere che i nostri Sindaci, e i loro rappresentanti nella Conferenza d’Ambito, possano ammettere una vera e propria tariffa-truffa come quella che risulta dall’applicazione del metodo tariffario ARERA.
Ma rileviamo anche l’anomalia giuridica e costituzionale di un organismo, come ARERA, di carattere tecnico finanziario, delegato dalle istituzioni democraticamente elette a “normare” in materia di diritti fondamentali, come il diritto all’acqua. Segno di una deresponsabilizzazione delle istituzioni democratiche e di una regressione culturale e politica allarmante. Ne derivano atti che presentano il tratto comune di esercitare effetti giuridici rilevanti pur senza possedere efficacia giuridica vincolante. Tutto ciò rischia di minare alle fondamenta la democrazia, e l'attacco all'esito referendario ne è una dimostrazione chiara.
È questa la prima ragione dell’impegno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per lo scioglimento di ARERA e il ritorno delle sue competenze al Ministero dell’Ambiente.
Nel frattempo, sarebbe opportuno che ATO3 desse maggiore evidenza pubblica dell’andamento della tariffa media al metro cubo anno per anno, in raffronto ai volumi fatturati dal gestore, con grafici illustrativi pubblicati sul sito web.
Acquedotto Valle di Susa
Nonostante l’inaugurazione in pompa magna del 29 giugno 2019 e i proclami di Smat S.p.A. a mezzo stampa, di cui l’ultimo ad agosto 2020, alla data odierna non è ancora entrata in funzione quella grande opera idrica costata oltre 130 milioni di euro agli utenti dell’Ambito torinese, di cui 24 solo per ristorare ENEL S.p.A.
Cantieri sono ancora in corso per le strade della Val di Susa e forte è il sospetto che non tutto sia filato liscio e vi siano problemi strutturali che ne impediscano ancora oggi il collaudo.
Sollecitiamo Lei e i componenti della Conferenza d’Ambito, cui compete il ruolo di governo del Sistema Idrico Integrato dell’Ambito TO3, ad esercitare i poteri di indirizzo e controllo sull’operato del gestore SMAT S.p.A. dandone maggiore evidenza pubblica.
Proponiamo che una pagina del sito web dell’ATO3 sia dedicata, con l’aiuto di infografiche a beneficio dell’utenza che finanzia le opere tramite la bolletta dell’acqua, al monitoraggio svolto da ATO sull’andamento dei lavori di progettazione e realizzazione per lo meno delle grandi infrastrutture previste dal Programma degli interventi (Acquedotti di Valle Susa e Orco, Collettore mediano e revamping impianto di potabilizzazione sul Po).
L’infografica metta a confronto, anno per anno, la spesa annuale programmata con quella rendicontata a fronte dello stato di avanzamento della progettazione e/o realizzazione delle opere, con la motivazione degli eventuali ritardi.
Perdite delle reti.
A fronte dell’ingente quantitativo di acqua annuo perso dalle vetuste tubazioni della rete acquedottistica dell’Ambito, quantificato da Smat S.p.A. in 92 MILIONI di metri cubi l’anno, quantitativo che non ci si può più permettere a fronte delle crisi idriche esasperate dal cambiamento climatico in atto, chiediamo che ATO3 dia la massima priorità alla programmazione degli interventi di rinnovo della rete di distribuzione di acqua potabile.
Chiediamo inoltre, anche in questo caso, di dedicare una pagina del sito web al tema del risparmio idrico, non per dire alla cittadinanza di chiudere il rubinetto mentre si lava i denti, ma per dare evidenza anno per anno dello stato di attuazione degli interventi volti alla riduzione delle perdite dalla rete acquedottistica, con ubicazione di dove sono stati programmati in confronto a dove sono stati realizzati.
E’ inutile spendere centinaia di milioni di euro per realizzare nuove dorsali se poi l’acqua finisce in tubature colabrodo che sperperano quasi la metà della risorsa prelevata dall’ambiente.
Quota fognatura e depurazione inesistenti ma addebitate nella bolletta dell’acqua
Le sarà certamente nota l’annosa vicenda che vede SMAT S.p.A. addebitare in tariffa agli utenti del SII le quote di fognatura e depurazione anche quando non eroga tali servizi, non avendo ancora costruito la fognatura e il depuratore. I casi più recenti sono emersi nei Comuni di Sciolze e di Villareggia.
Ma sarà certamente nota a Lei e ai componenti della Conferenza d’Ambito la sentenza della Corte di Cassazione, n. 7947/20 pronunciata l’11 settembre 2019 e depositata il 20 aprile 2020 che, superando residui cavilli giuridici, ha ribadito che il gestore idrico IREN ACQUA TIGULLIO non può pretendere un corrispettivo non correlato ad alcuna prestazione.
Questa società è controllata, congiuntamente a IREN tramite Acque Potabili SpA, dalla Smat, che dunque, seppur indirettamente, è stata di fatto parte in giudizio. Ma ciò nonostante, in ambito territoriale di ATO 3, Smat pretende ciò che è stato negato nel citato giudizio.
L’avere proceduto ad atti, come quelli indicati, in aperto contrasto con un principio confermato dalla sentenza della Suprema Corte, richiederebbe un forte richiamo alla cultura della legalità indirizzato al gestore da parte dell’ATO che Ella presiede.
Le chiediamo di voler fissare un nuovo incontro per entrare nel merito dei temi sopra enunciati.
In attesa, inviamo i migliori saluti.
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Torino, 25 novembre 2020
Riferimenti:
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Mariangela Rosolen
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