Comunicato stampa

Facciamo l'acqua pubblica o facciamo acqua?

 

Il 18 marzo 2010 il Comitato Acqua Pubblica Torino (rete di cittadini e associazioni), insieme alla CGIL FP della Provincia ha consegnato all'Ente, nelle mani del Presidente del Consiglio Provinciale Sergio Bisacca, 9.564 firme di cittadini del territorio provinciale (circa il doppio di quanto richiesto) a sostegno della delibera di iniziativa popolare per inserire nello Statuto della nostra Provincia il principio che l'acqua è un bene comune e non una merce, e che pertanto:

·          il servizio idrico integrato non ha scopo di lucro,

·          la gestione della rete e l'erogazione del servizio, tra loro indivisibili, sono attuate esclusivamente mediante enti o aziende interamente pubblici

·          a ogni cittadino è assicurato gratuitamente un quantitativo minimo vitale d'acqua al giorno.

 

Siamo certi che non esiste un precedente di così vasto coinvolgimento popolare nella politica istituzionale della nostra Provincia.

Un sempre più ampio movimento di cittadini e istituzioni -trasversale e ben al di la' delle sigle ufficialmente aderenti- oggi reclama il valore dell'acqua come bene comune e non merce, declinandone la sostanza ben oltre le affermazioni di principio: la campagna referendaria appena iniziata e che la CGIL tutta sostiene attivamente è iniziata alla grande con ben 100.000 firme, raccolte in soli due giorni sul territorio nazionale.

 

Cosa intende fare di fronte il nostro Ente di fronte a questa vasta e consapevole mobilitazione?

I segnali finora emersi sono tutt'altro che incoraggianti.

La maggioranza che governa la nostra Provincia sembra voler emendare il testo firmato dai cittadini riducendone la forza poco più che a mera dichiarazione d'intenti, mentre si trincera dietro il parere "tecnico" dell'Area Istituzionale.

 

Un parere in cui si sostiene che "l'acqua è un servizio a rilevanza economica" che "sta sul mercato": affermazioni politico-ideologiche, non suffragate dal quadro del diritto comunitario e nazionale, come riporta il documento delle osservazioni presentato dal Comitato.

 

La strada della piena ripubblicizzazione, già percorsa con coraggio dalla città di Parigi e, nel nostro Paese, da importanti enti come la Regione Puglia, il Comune di Venezia e di recente la Regione Sicilia oltre che -sebbene con formulazioni meno soddisfacenti- dallo stesso Comune di Torino, può e deve essere seguita anche dalla Provincia di Torino con una scelta politica chiara e legittima, nell'autonomia garantita dall'articolo 117 della Costituzione.

 

Il Consiglio provinciale affermi con coraggio e chiarezza, in una delibera statutaria vincolante, che il servizio idrico integrato è dichiarato privo di scopo di lucro e che la nostra azienda idrica non sarà ceduta né in tutto né in parte ai privati.

Inizia anche da qui il "cambio di passo" recentemente annunciato da importanti esponenti della Maggioranza Consiliare.

 

Come CGIL FP siamo certi di questo: i cittadini, a partire dalla nostra base, non capirebbero una scelta di basso profilo che perdesse la sfida storica rappresentata da questa azione popolare, proprio mentre, con la cancellazione degli ATO voluta dal governo, la Provincia si candida ad assumere le competenze sull'affidamento del servizio idrico integrato.

La CGIL, da sempre in prima fila per l'affermazione e la difesa dei diritti, considera il diritto al quantitativo minimo vitale gratuito di acqua una vera e propria battaglia di civiltà, non sostituibile dalle logiche di riduzioni per gli indigenti. 

 

Per questo seguiremo i prossimi sviluppi, con il Comitato Acqua Pubblica Torino, e indiremo un'assemblea invitando alla massima partecipazione in occasione della discussione in Consiglio della delibera.

 

Per ulteriori informazioni vedere il sito www.acquapubblicatorino.org,

 

CGIL FP Torino

Torino, 30 aprile 2010