CittAgorà, periodico del Consiglio Comunale di Torino, ha dedicato un articolo alla presentazione della nostra proposta di deliberazione nel numero del 19 giugno scorso.
(da CittAgorà del 19 giugno 2009)
Sono 12.085 le firme raccolte dal “Comitato Acqua Pubblica” per una proposta di deliberazione di iniziativa popolare riguardante il servizio idrico in città.
Il documento, presentato ieri a Palazzo Civico con il suo corredo di firme, propone l'introduzione nello Statuto della Città di Torino “del principio per il quale l'acqua è un bene comune e non una merce”.
I promotori della deliberazione, tra i quali numerose associazioni ed organizzazioni sindacali, sostengono che lo Statuto cittadino debba esplicitare: 1) che il servizio idrico integrato non ha scopo di lucro, 2) che gli acquedotti e reti di distribuzione devono restare di proprietà pubblica ed essere gestiti da aziende pubbliche, 3) che ad ogni abitante va assicurato giornalmente e gratuitamente un quantitativo minimo vitale d'acqua.
I criteri di partecipazione popolare fissati dallo Statuto comunale prevedono che, per apportare una modifica allo Statuto stesso, si debbano raccogliere almeno 5.000 firme di cittadini residenti, utilizzando moduli reperibili presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico di Palazzo Civico.
Una volta consegnate le firme, la proposta passa all’esame della Commissione consiliare competente in materia, nel corso di una riunione alla quale partecipano anche i primi presentatori del documento messo in discussione, illustrandone le ragioni ai consiglieri
Infine, la deliberazione viene votata in Consiglio comunale, il quale, fatte le proprie valutazioni, può respingerla o approvarla, anche apportandovi alcune modifiche.
Inoltre, una volta raccolte e depositate le firme (ed accertata la loro regolarità), i promotori della deliberazione di iniziativa popolare possono avvalersi del “Diritto di Tribuna”.
Questo strumento, codificato dallo statuto della Città, prevede una conferenza stampa a Palazzo Civico – organizzata dall’Ufficio stampa del Consiglio comunale – nel corso della quale i promotori dell’iniziativa possono liberamente illustrarla ai giornalisti e renderla di dominio pubblico.
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