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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Comitato Acqua Pubblica Torino

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Lettera aperta ai consiglieri comunali di Torino

In riferimento all'articolo su La Stampa dell'8-07-213 L'Acqua resterà pubblica - Acquedotto, proprietà blindata firmato da Emanuela Minucci (v. nostra mail in pari data)

il comitato Acqua Pubblica Torino promotore dei vittoriosi quesiti referendari del 2011 sulla gestione pubblica e senza scopo di lucro del servizio idrico (oltre che degli altri servizi pubblici locali) e proponente della delibera di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT da società per azioni (s.p.a.) ad azienda speciale consortile di diritto pubblico,

prende atto che la maggioranza consiliare, non avendo avuto il coraggio di confrontarsi lealmente nelle tante commissioni comunali convocate sulla nostra proposta,
impone ora una soluzione unilaterale che si fa beffa delle migliaia di cittadini torinesi che hanno prima promosso, votato e vinto i referendum in difesa dei beni comuni e poi sostenuto la presentazione della delibera per salvare la SMAT dalle brame ingorde dei privati.

Il consiglio comunale è a conoscenza che il suo delegato all'assemblea dei soci SMAT del 28/6/2013, (il vicesindaco e assessore alle partecipate Tom Dealessandri) ha dichiarato a verbale di non rispettare la Mozione n. 17 del 4 marzo 2013 con la quale il Consiglio comunale gli dava esplicito mandato di opporsi in quella sede alla distribuzione dei dividendi ai soci SMAT?
Dealessandri si è pronunciato a favore dell'attuale andazzo di usare SMAT come bancomat dei Comuni, invece di destinare gli utili agli investimenti, con la conseguenza naturale di aumentare l'indebitamento dell’azienda.

Il consiglio comunale è a conoscenza del fatto che le sue mozioni quindi valgono carta straccia per l’assessore Dealessandri?
I consiglieri comunali sono d'accordo con questo scempio della democrazia attuato dal vicesindaco?

Prendiamo quindi atto, inanellando i fatti occorsi dal 2011 ad oggi, che ci si riempie la bocca di democrazia per mondarsi la coscienza, mentre in realtà la sovranità popolare non è riconosciuta nè rispettata. D'altronde gli enti locali sono ormai soggiogati al volere degli adepti del mercato: il principio del controllo analogo è semplicemente sovvertito e il comune sottostà alle voglie di amministratori delegati, banche, fondazioni bancarie e fondi di investimento correlati. Lo stesso AD Paolo Romano nella sua intervista in oggetto non può far altro che parlare di possibilità remota dell'ingresso dei privati in SMAT. Ma diciamolo chiaramente: remoto non è escluso. E per l’acqua può ripetersi la vergogna, evocata da Romano stesso, dello Statuto TRM prima blindato (appunto!) e poi ribaltato e demolito nell'arco di una notte.

Ancora una volta dobbiamo riaffermare il valore del nostro impegno a presidio e custodia del bene comune, di ostacolo alla privatizzazione di SMAT già programmata fin dal 2001 come scriveva la stessa Emanuela Minucci su La Stampa del 29/3/2001: “ Nasce il colosso dell'acqua "[...] Entro i primi tre anni di attività, SMAT dovrà aprirsi ai privati".. . con gli esiti nefasti già visti negli anni successivi di privatizzazione di AEM? IREN.

Ricordiamo appunto a tutti gli amministratori, a cominciare da quelli del Partito Democratico, che gli statuti del comune (art. 80) e della provincia di Torino (art. 63bis) affermano chiaramente i principi dell'acqua bene comune a gestione pubblica.

Ovviamente resteremo saldi sulle posizioni condivise con il popolo italiano onde evitare un ulteriore scempio dei beni comuni.

Dalle due pagine de La Stampa dell’8 luglio 2013 sopra citate emerge il rischio che vengano meno le condizioni per un leale confronto politico al fine di superare la posizione ideologica della Giunta e della maggioranza al governo della Città unitariamente ispirata al mercato e non al bene dei cittadini.

C’è un problema di credibilità del Comune, ma non verso i finanziatori bensì verso i cittadini.

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

Torino, 10 luglio 2013