Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua - Comitato Torinese Acqua Pubblica

Via Mantova 34 – 10153 Torino - www.acquapubblicatorino.org – tel  388 8597492

 

Ritorno ai Servizi Pubblici Locali dell’Ottocento ?

La proposta di delibera di riorganizzazione delle partecipazioni societarie della Città di Torino, che prevede il loro accentramento presso la FCT, rappresenta la più grossa trasformazione dei servizi Pubblici locali dopo la loro municipalizzazione 100 anni or sono.

Questa proposta incontra il più totale disaccordo del Comitato Acqua Pubblica di Torino.

 

Sebbene sia esclusa la gestione dell'Acqua (SMAT) da questo processo, il Comitato Torinese è comunque coinvolto, in quanto si considera "custode" di un risultato referendario altrimenti "orfano".

 

Ci troviamo, sorprendentemente, di fronte a una vittoria elettorale orfana, quantomeno nel suo contenuto, che da troppe parti si vuole ignorare o ribaltare.

 

Il referendum ha abrogato l'obbligo della generale e indiscriminata privatizzazione dei servizi pubblici: alla volontà popolare si risponde proseguendo nelle politiche di privatizzazione.

 

Il Comune di Torino si incammina in questa direzione applicando con incredibile rapidità e solerzia quanto previsto dalla "manovra ferragostana", senza nemmeno attendere la decisione della Corte Costituzionale che si dovrà esprimere su questa norma "ribalta-referendum".

 

Dalla proposta pare emergere lo scopo di sottoporre l'insieme delle aziende di gestione dei pubblici servizi a una logica di remunerazione del capitale (pubblico o privato che sia) con l’evidente rischio di allontanarle dalla loro missione originaria, ovvero quella di garantire l'universalità del servizio, massimizzandolo quantitativamente e qualitativamente.

Non noi ma la Corte dei Conti nella sua relazione su vent'anni di privatizzazioni ha espresso questo concetto (n. 3 del 10 febbraio 2010)

 

La FCT rischia poi di porsi come un ulteriore e dannoso livello di separazione tra la rappresentanza democratica e l'operatività, vanificando in fatto ed in diritto ogni possibile esaudimento della richiesta di gestione partecipativa che sale dalla società e rendendo più difficoltosa l'attuale funzione di controllo (e vigilanza) del Consiglio Comunale.

 

Nell'ultima pagina della proposta di delibera si esplicita infine il punto d'arrivo dell'operazione: la cessione di importanti quote azionarie ai privati (siano essi "aggressivi" investitori a caccia di rapidi ed alti profitti o "miti" e prudenti investitori istituzionali, poco cambia), senza peraltro una chiara e dovuta esclusione della possibilità di accordi che consentano al socio (privato) di minoranza un vero e proprio controllo a scapito del socio (pubblico) di maggioranza, con il rischio di ridurre quest'ultimo al mero ruolo di "cassettista", coinvolto ormai soltanto nella dinamica finanziaria dell’operazione e non in quella di gestione del servizio.

Anche da un punto di vista attento esclusivamente al profitto ci troviamo di fronte a una scelta decisamente opinabile: si vende nel peggiore momento di mercato degli ultimi ottant'anni.

Le future amministrazioni, quando dovranno riprendere in mano i pubblici servizi (è solo questione di tempo, poiché già oggi è visibile tutta la debolezza dell'attuale impostazione) dovranno sobbarcarsi costi altissimi per recuperare quelle proprietà dei Cittadini che oggi paiono soggette ad una vera e propria vendita in saldo.

Tutta l'operazione avviene senza un'approfondita consultazione con la Cittadinanza,  e a ritmi serrati.

 

Siamo consapevoli delle difficoltà del bilancio comunale, ma crediamo fortemente che la risposta vada cercata con i Cittadini, per prima cosa chiarendo pubblicamente quali sono state le scelte politiche e le responsabilità (anche se non recentissime, pensiamo al problema dei derivati) che hanno portato all'attuale situazione.

 

Per questi motivi il Comitato Acqua Pubblica di Torino

CHIEDE

al Consiglio Comunale

 

- che non venga approvata la proposta di Delibera della Giunta Comunale riguardante la FCT;

 

- che la SMAT venga trasformata in Azienda speciale, avviando un procedimento analogo a quello intrapreso dal Comune di Napoli (questo comporterebbe il significativo risparmio dell'IRES con un primo sgravio dei costi!);


- che in tutte le Circoscrizioni si avvii una consultazione, che coinvolga la Cittadinanza tramite la convocazione di Consigli Circoscrizionali aperti, sul tema del ruolo dei pubblici servizi e delle conseguenti scelte strategiche che la nostra Città dovrà assumere.

 

 

Torino, 3 novembre 2011