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20180319 INCIUCIO OLIMPICO 1.1 580x821

Le Olimpiadi del 2006 avranno reso famosa Torino in tutto il mondo e convogliato più turisti in città, ma le hanno anche fatto vincere la medaglia d’oro della città più indebitata d’Italia.

Nel 1996 il Comune aveva un avanzo finanziario di 98 miliardi di lire. Poi ebbe inizio una forte politica di indebitamento e di avvio di cospicue opere pubbliche, che incrementarono progressivamente la situazione debitoria della città, con un debito che giunse a 1,6 miliardi di euro nel 2003, quando era già salita la “febbre olimpica”, a 2 miliardi nel 2005, a 2,8 miliardi nel 2006 e a 3,1 miliardi nel 2009. I dati ufficiali relativi all’intera operazione Torino 2006 evidenziano una spesa complessiva pari a 3.435 milioni di euro. Ad oggi la situazione debitoria della città, come mostrano le cifre dovuta in gran parte all'evento olimpico, è stimata in 5 miliardi con le partecipate.

Non vorremmo che la nostra Sindaca e la sua maggioranza condividessero l’indifferenza olimpica di chi ci ha lasciato quella pesante eredità che stiamo pagando duramente: Torino, oltre che nei debiti, primeggia nell’inquinamento, non riesce a dare una risposta a chi vive nel Villaggio Olimpico del MOI, non è in grado di dare un tetto a 17.000 nuclei familiari che da anni aspettano la casa, oltre alle 3.000 famiglie sfrattate ogni anno in città e provincia mentre 40.000 alloggi restano vuoti.

L’intollerabile debito ereditato dalle Olimpiadi del 2006 viene fatto pagare, da questa come dalle precedenti amministrazioni, alle famiglie in difficoltà, agli anziani, ai minori, ai disabili, ai lavoratori di servizi pubblici chiusi o privatizzati. Risorse sottratte ai cittadini, italiani e stranieri, per pagare interessi enormi, e fuori mercato, alle banche.

Entro marzo il Consiglio comunale di Torino avrà due decisioni importanti da prendere: votare il Bilancio del Comune per il 2018 con il taglio di 2,7 milioni di euro (da 44,6 a 41,9 milioni €) alla spesa sociale della nostra città (welfare) che “non ha superato la sua emergenza sociale” (lo riconosce perfino La Stampa del 3 marzo), e se candidare o no Torino alle Olimpiadi invernali 2026.

I responsabili del grande debito che strangola il Comune assicurano che questa volta le Olimpiadi costerebbero di meno. Hanno rinunciato alla candidatura grandi città come Stoccolma, Monaco di
Baviera, Oslo, Saint Moritz, Davos e da ultimo Innsbruck, che nel referendum consultivo del 15 ottobre 2017 ha detto NO alla candidatura olimpica. Forse fanno i conti meglio dei nostri amministratori presenti e passati!

Va riconosciuto che la sindaca di Roma e la sua maggioranza 5Stelle hanno avuto il coraggio di opporsi alla candidatura di Roma alle Olimpiadi estive del 2024. Imitatele!

Non si baratti il futuro della città per due settimane di lustrini e notti bianche.

Sindaca, Consiglio Comunale e Consiglio Metropolitano dicano NO alle Olimpiadi e si impegnino a recuperare risorse per la città rivalendosi sulle banche che continuano a spremere lauti interessi dai prestiti concessi per precedenti olimpiadi. Invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi per un

PRESIDIO Lunedi 19 marzo dalle ore 15:30 - PIAZZA PALAZZO DI CITTA' – TORINO

Assemblea21
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