Questa mattina una delegazione del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha incontrato la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, per consegnarle le circa 230.000 firme raccolte a sostegno della petizione popolare "Per legiferare in materia di diritto all'acqua e di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato".

Un petizione popolare che si pone l'obiettivo di denunciare come una serie di provvedimenti normativi stiano determinando il rilancio dei processi di privatizzazione della gestione dei servizi pubblici locali, compreso il servizio idrico integrato, di fatto cancellando l'esito dei referendum del 2011.

 

Pertanto, tramite la petizione popolare, 230.000 cittadine e cittadini chiedono: il ritiro dei decreti Madia su servizi pubblici e società partecipate, allo studio del Parlamento; l'approvazione della legge per la gestione pubblica del servizio idrico nella sua formulazione originaria così come depositata dall'intergruppo parlamentare nel marzo del 2014; l'inserimento del diritto all'acqua nella Costituzione.

L'incontro è stato anche l'occasione per approfondire le disposizioni contenute nel decreto attuativo sui servizi pubblici locali della cosiddetta legge Madia, con particolare riguardo al fatto che la nuova disciplina, operando una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti diretti e divieto di gestione pubblica, risulta contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata con il referendum del 2011, al di là di quanto prescritto dalla normativa comunitaria, e conseguentemente si pone in esplicita contraddizione dell'esito referendario e con il principio stabilito dalla legge delega in cui si sanciva che tale esito dovesse essere rispettato. Inoltre il decreto prevede, quale criterio per la determinazione delle tariffe dei servizi, “l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, così reintroducendo, addirittura con identica formulazione testuale, la clausola di legge che era stata abrogata con il secondo quesito. Anche in questo caso risulta palese la contraddizione dell’esito della consultazione popolare.

Nel corso dell'incontro è stato quindi posto l'accento sul vulnus democratico di tali processi.
La Presidente della Camera ha sottolineato l'alto valore democratico dell'esperienza referendaria, oltre a quella appena conclusa attraverso la raccolta firme, e la necessità che la partecipazione dei cittadini all’attività legislativa trovi forme adeguate di attenzione e di risposta da parte parlamentare.
La Presidente si è anche impegnata a trasmettere la petizione popolare alla Commissione Affari costituzionali della Camera presso la quale è all'esame suddetto decreto e su cui dovrà rendere il parere al Governo.

Da parte dei rappresentanti del movimento per l'acqua è stata evidenziata come la grande adesione a questa petizione dimostri ancora una volta la consapevolezza e sensibilità della cittadinanza rispetto al tema dell'acqua bene comune e della necessità di una sua gestione pubblica. E' stato anche ribadito che proseguirà la campagna di informazione diffusa sui territori volta denunciare il tentativo di cancellazione della volontà popolare .

Roma, 22 Luglio 2016.

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