Approvata, con modifiche, la delibera di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT in Azienda speciale consortile di diritto pubblico. Un grande passo per il movimento dell’acqua, un piccolo passo per il Consiglio Comunale
Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
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Dopo il cambiamento dello Statuto della Città per iniziativa dei cittadini e dopo il voto di 383.000 torinesi per l’acqua pubblica al Referendum, ora il Consiglio Comunale è “costretto” ad approvare la delibera di iniziativa popolare per l’avvio della trasformazione di Smat, la nostra azienda dell’acqua, in azienda pubblica e partecipata, seguendo il modello parigino. Questo malgrado l’opposizione dei forti poteri finanziari di questa città.
È il risultato dell’impegno popolare. Il merito spetta a tutti quei cittadini che hanno espresso la volontà di partecipare e decidere, con le firme, con la partecipazione al referendum, con tutti gli strumenti di Democrazia che la Costituzione della nostra Repubblica ci mette a disposizione.
Per questo diciamo: un grande passo in avanti.
Un piccolo passo per il Consiglio Comunale.
La delibera di iniziativa popolare è stata emendata nelle sue motivazioni: i consiglieri non hanno avuto il coraggio civile di condividere il distacco critico della maggioranza dei torinesi nei confronti dell’ideologia del “tuttomercato”. I cittadini italiani hanno deciso la separazione tra acqua e mercato, perché l’acqua non è merce ma Bene Comune dell’Umanità.
La timidezza del Consiglio Comunale non è comunque servita a placare gli estremismi ideologici della componente ultra-liberista della stessa maggioranza comunale, che si è platealmente dissociata.
Altrettanto grave è che il Consiglio Comunale ostacoli la volontà popolare imponendo ancora, dopo sei mesi e numerose sedute di commissioni, ulteriori verifiche e valutazioni.
Noi non ci spaventiamo, da anni studiamo la questione e siamo pronti far valere le nostre ragioni, confrontandoci però sui dati concreti e non sulla pretesa superiorità, questa sì tutta ideologica, del mercato (“a prescindere”, come diceva Totò!).
Una cosa è certa: con l’aiuto della cittadinanza, che non è mai mancato nella lotta per l’acqua pubblica, chiederemo e imporremo che questa pretesa analisi, queste valutazioni, non si svolgano in stanze inaccessibili, ma siano assolutamente pubbliche e si basino su dati totalmente, e senza eccezioni, accessibili ai cittadini.
Ricordiamoci: l’opposto di “pubblico” non è “privato” ma “segreto”!
Perciò diciamo: a Torino siamo 383.000, non perdiamoci di vista!
Perché si scrive acqua ma si legge democrazia
LEGGI LA VERSIONE ORIGINALE DELLA DELIBERA PROPOSTA DAL COMITATO E FIRMATA DAI CITTADINI TORINESI
LEGGI LA VERSIONE FINALE EMENDATA DAL CONSIGLIO COMUNALE
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