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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

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Con tutto il rispetto per il presidente e per i/le componenti della I e VI Commissione del Consiglio comunale di Torino, è questa l’impressione ricevuta dall’audizione di SMAT del 28 novembre 2016.

Ci aspettavamo ben altro, anche se l’oggetto della convocazione di SMAT davanti alle due Commissioni riunite riguardava solo lo “stato di realizzazione degli interventi di grande infrastrutturazione previsti nel Piano d’Ambito 2016-2033”, oggetto molto limitato rispetto all’impegno assunto dal Consiglio Comunale il 31 marzo 2016 che richiedeva l’audizione di SMAT anche per evidenziare “…per ciascun intervento infrastrutturale le forme di finanziamento utilizzate a copertura, nonché l'incidenza dell'autofinanziamento da tariffa” e inoltre di riferire “sullo stato di applicazione dell'articolo 95 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (misurazione dei prelievi idrici) e del Regolamento regionale 15/R dell'11dicembre 2006 (aree di salvaguardia) a tutela e risparmio della risorsa idrica”.

Smat ha esordito illustrando alcune schede del suo Piano Industriale, limitandosi a dare informazioni generali e cifre generiche circa i tre grandi interventi previsti: Acquedotto Valle Orco, Collettore Mediano e ristrutturazione Impianto di Potabilizzazione che assorbiranno circa il 35% degli investimenti. Va detto che tali grandi opere sono state richiesti da SMAT, NON dai Comuni membri dell’ATO3 i quali NON hanno quindi concorso alla formazione di questa decisione.

Né SMAT ha fatto cenno all’emissione del prestito obbligazionario di 100- 150 milioni di euro, approvato dal Consiglio comunale del 31 marzo 2016 contestualmente alla presa d’atto del Piano d’Ambito comprendente le tre grandi opere suddette.

A loro volta, quasi tutti i consiglieri comunali sono stati al gioco. Ad eccezione delle consigliere Artesio, Albano e del consigliere Tresso, gli altri consiglieri sono andati fuori tema parlando di tutto e di niente, dando l’impressione di non conoscere la materia dell’audizione come se fossero inezie investimenti per 1 miliardo e mezzo di euro, prelevati per il 76% dalle nostre tasche tramite tariffa (e quindi con la bolletta dell’acqua) che però – secondo SMAT - rimarrà sostanzialmente stabile nei prossimi 20 anni, mentre secondo i nostri calcoli aumenterà del 46%.

Anche sullo spreco idrico - e cioè sul prelievo di acqua quasi doppio rispetto al fabbisogno della popolazione, con danni irrimediabili alla risorsa e all’ambiente - le domande di alcuni consiglieri hanno fornito un formidabile assist a SMAT che ha potuto sorvolare sul problema e menare il can per l’aia con una congerie di affermazioni senza dire se applica o no l'articolo 95 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (misurazione dei prelievi idrici) e il Regolamento regionale 15/R dell'11 dicembre 2006 (aree di salvaguardia) a tutela e risparmio della risorsa idrica.

Evidentemente diversi consiglieri di maggioranza ritengono più rilevante qualche punto di distribuzione dell’acqua in più sul territorio che non il 39,9% d’acqua sottratta senza necessità alle sorgenti delle nostre montagne. v. ISTAT http://www.acqua.gov.it/index.php?id=64.

“Tanto - si sente dire - ritorna nell’ambiente”. Ma non ritorna dove è stata prelevata: lì non ci sarà più. E senza quell’acqua muoiono i pascoli, i prati, i boschi, la vita e la montagna viene abbandonata.

 

I vertici di SMAT hanno vantato il buon funzionamento dell’azienda.

Noi riconosciamo che funziona bene secondo le logiche del mercato. Non basta.

Non è questa la volontà del popolo italiano espressa nel referendum del 2011.

Vogliamo di più e meglio: gestire l’acqua come un Bene Comune e non una merce

con un’azienda di diritto pubblico, a gestione partecipativa, senza scopo di lucro.

 

Torino, 30 novembre 2016