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Il Governo Draghi ha approvato il Disegno di Legge sulla concorrenza e il mercato. All’interno di questo, è prevista (art. 6) una spinta fortissima alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali. Si tratta di un attacco feroce e determinato ai diritti delle persone, ai beni comuni e alle comunità locali. Si tratta di un tradimento della volontà popolare su acqua e beni comuni espressa nel referendum del 2011. Si tratta di uno stravolgimento del ruolo dei Comuni, trasformati in enti il cui unico compito diventa mettere sul mercato beni comuni e servizi pubblici.
Occorre opporsi con determinazione nella società e dentro le istituzioni.
Di seguito, proponiamo un Ordine del Giorno da far presentare ed approvare nei Consigli Comunali - SCARICA QUI [.pdf, 84 KB]
Lo mettiamo a disposizione di tutte le realtà interessate, che sono libere di presentarlo a nome proprio e, eventualmente, di adattarlo a seconda delle esigenze specifiche.
Vi chiediamo solo la cortesia di segnalare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. i Comuni nei quali verrà presentato e, speriamo, approvato.
ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio Comunale di…
premesso che
– per servizi pubblici locali si intende l’insieme di attività poste in essere dall’amministrazione pubblica per garantire la soddisfazione in modo continuativo dei bisogni della collettività di riferimento, finalizzato al perseguimento di scopi sociali e di sviluppo della stessa;
– tale insieme di attività costituisce un dovere dell’amministrazione pubblica e ne designa la funzione di garanzia dei diritti degli abitanti del territorio di riferimento, ai quali vanno assicurati servizi che siano rispettosi dei principi di qualità, sicurezza, accessibilità, uguaglianza e universalità;
considerato che
– la crisi prodotta dall’epidemia da Covid-19 ha evidenziato tutti i limiti di una società unicamente regolata dal mercato e ha posto la necessità di ripensare il modello sociale, a partire da una nuova centralità dei territori come luoghi primari di protezione dei beni comuni e di realizzazione di politiche orientate alla giustizia sociale e alla transizione ecologica, e dai Comuni come garanti dei diritti, dei beni comuni e della democrazia di prossimità;
visto
– l’Art. 6 “Delega in materia di servizi pubblici locali” del Ddl Concorrenza, predisposto dal Governo e all’esame del Parlamento;
rilevato che
– l’Art. 6 sopra citato interviene direttamente sul ruolo dei Comuni e sulla gestione dei servizi pubblici locali, ed in particolare:
* ponendo la materia dei servizi pubblici nell’ambito della competenza esclusiva statale di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera p della Costituzione (par. a)
* definendo, nell’ambito delle forme di gestione dei servizi pubblici locali, la modalità dell’autoproduzione da parte dei Comuni come pesantemente condizionata da una serie di adempimenti stringenti nel metodo e nel merito, rendendola di fatto residuale rispetto all’affidamento con gara (par. f-g-h-i)
* incentivando, attraverso premialità, il modello “multiutility” di gestione aggregata dei servizi pubblici locali;
considerato che
– sulla materia della gestione dei servizi pubblici locali, il 12-13 giugno 2011 si è svolto un referendum, attraverso il quale la maggioranza assoluta del popolo italiano si è pronunciata contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per la sottrazione degli stessi, a partire dall’acqua, alle dinamiche di profitto;
– l’Art.6, oltre a negare la volontà popolare sopra citata, metterebbe in discussione alla base la funzione pubblica e sociale dei Comuni, costringendoli di fatto al ruolo di enti unicamente deputati a mettere sul mercato i servizi pubblici di propria titolarità, con grave pregiudizio dei propri doveri di garanti dei diritti della comunità di riferimento;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE
– a richiedere formalmente lo stralcio dell’art. 6 dal Ddl Concorrenza;
– a promuovere, anche in concorso con altri enti locali, l’avvio di una discussione pubblica sul ruolo dei Comuni, dei servizi pubblici, dei beni comuni e della democrazia di prossimità dentro un contesto di ripensamento del modello sociale dettato dalla necessità di affrontare la diseguaglianza sociale e la crisi climatica, evidenziate dalla pandemia;
– a inoltrare il presente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Regione, alla Presidenza della Provincia e alle Presidenze di Anci e Upi, dandone adeguata pubblicizzazione.