E' mancato l'arch.Raffaele Radicioni, assessore all'urbanistica a Torino con la Giunta Novelli.
Era il simbolo di una visione alternativa dello sviluppo della città, non basata sulla speculazione e su quella rendita fondiaria i cui effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti.
Ricorderemo con rimpianto il contributo che ha dato negli anni ai movimenti che si battono per la tutela dei beni comuni.
Comitato Acqua Pubblica Torino
Comitato Attac Torino
Articolo originale su www.attactorino.org
Non accettiamo che il Comune di Torino metta in vendita IREN
Si sta aprendo un vivace dibattito in città sulla vendita parziale o totale di IREN per coprire i buchi di bilancio. Il ritornello è lo stesso che ci viene ripetuto da un anno e mezzo a questa parte: non abbiamo scelta, pena il pre-dissesto di bilancio con tagli indiscriminati a tutti i servizi o addirittura il Commissariamento da parte del Governo. Qualcuno nella maggioranza guarda al futuro augurandosi che vengano assegnate a Torino le Olimpiadi del 2026 (sic!).
A un anno e mezzo dalla sua elezione, la maggioranza che ci governa ha avuto tutto il tempo di capire che così non risolve nemmeno l’emergenza (la vendita prevista delle azioni IREN frutterà nella migliore delle ipotesi circa 27 milioni e non i 70 inizialmente sperati); solo una goccia nel mare di oltre 3 miliardi di debiti del Comune, utile solo a rinviare all’anno prossimo scelte ancor più dolorose!
Perché non è stato ancora dato seguito alla promessa elettorale di un’indagine che avrebbe smascherato la trappola del debito e del patto di stabilità? Questa è la strada per riprendere in mano, da cittadini, il destino della nostra comunità e riappropriarsi della democrazia che smette di essere tale ogni volta che si antepongono gli interessi delle lobby finanziarie e immobiliari all'incomprimibilità della spesa necessaria a garantire quei servizi inseparabili dall’effettiva cittadinanza.
Il Movimento 5stelle che si propone di mettere al centro delle proprie politiche i cittadini si spieghi: di quale colpa i cittadini torinesi si sono resi responsabili al punto da doverla espiare? Quale voce in capitolo hanno avuto i cittadini sulle scelte che hanno portato la città ad accumulare un “rosso” da record? Chi ha scelto di gettare AEM in balìa del mercato, di creare una costosissima “scatola” finanziaria di nome FSU - Finanziaria Sviluppo Utilities srl che, ricordiamolo, nel 2011 ha dovuto svalutare il capitale di ben 257 milioni di euro?
Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Via Mantova 34 - 10153 Torino
Tel. 388 8597492
Ci auguriamo che le scelte del Comune di Torino e dei Comuni dell’Area Metropolitana siano le migliori, che i nuovi amministratori siano tutti onesti e capaci, e che nei prossimi tre anni sappiano gestire SMAT non a scopo di lucro ma a tutela del bene comune più prezioso per la vita e per l’ambiente.
Se SMAT è stata finora gestita bene secondo le regole di mercato, d’ora in poi dovrà darsi finalità coerenti con la volontà del popolo italiano espressa nei referendum del 2011 rimasti tuttora inapplicati. Un ritardo che il Consiglio Comunale di Torino, e altri 40 Comuni della provincia, stanno cercando di colmare deliberando la trasformazione di SMAT in Azienda di proprietà e gestione pubblica e partecipativa.
Al nuovo Consiglio di Amministrazione SMAT chiediamo di non gestire più la nostra acqua come una merce da cui trarre profitti, ma come il più essenziale dei Beni Comuni che non sono di proprietà ma d’uso dei cittadini, eliminando gli sprechi e avendo cura della qualità del bene per lasciarlo a chi verrà dopo nelle stesse condizioni in cui lo si è ricevuto.
La crisi idrica della scorsa estate ha dimostrato la necessità e urgenza di cambiare strada nella gestione della nostra acqua: prioritaria è l’eliminazione dello spreco idrico (92 milioni di metri cubi l’anno, ammessi dalla stessa SMAT), definizione di tutte le aree di salvaguardia a tutela della qualità dell’acqua, installazione dei misuratori di captazione per prelevare solo l’acqua che ci serve, e un grande piano di sostituzione delle condotte idriche ormai troppo vecchie.
Un ruolo propulsivo dovrà essere esercitato anche dai Comuni soci di SMAT ai quali è stato fatto credere che siano “fisiologiche “ le perdite idriche del nostro acquedotto, quando oleodotti o gasdotti non perdono neanche una goccia!
Il Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Torino, 27 settembre 2017
Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Via Mantova 34 - 10153 Torino
Tel. 388 8597492
Per la terza volta i Comuni soci di SMAT hanno mancato l’elezione dei 5 membri del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda.
I Comuni medio-piccoli dell’area metropolitana torinese non sono ancora riusciti ad accordarsi sulle due nomine di loro spettanza, però se la sono presa con il Comune di Torino per non averli consultati prima di presentare i suoi tre candidati al Consiglio di Amministrazione SMAT.
La consultazione è certamente doverosa e opportuna, se davvero si vuole dare a SMAT un gruppo dirigente coeso, efficiente, trasparente. Ma non depongono a favore dei Comuni medio-piccoli dell’area metropolitana gli scontri interni che hanno finora impedito la designazione dei loro due candidati e ancor meno gli squallidi attacchi sferrati da alcuni loro sindaci alla terna di candidati proposta da Torino.
E’ davvero curioso l’insolito attivismo dimostrato in questi giorni da alcuni sindaci metropolitani di area PD, scatenati contro i candidati del Comune di Torino, ma solitamente dormienti sulle questioni inerenti il governo del nostro sistema idrico. Ci auguriamo che il loro interesse non scompaia dopo l’assegnazione delle poltrone e che i nuovi amministratori chiamati ad occuparle siano all’altezza del compito.
Finora i Comuni soci hanno sostanzialmente delegato a SMAT le scelte fondamentali di governo del nostro SII che invece la legge attribuisce ai Comuni stessi dei quali SMAT è lo strumento operativo.
Il nuovo Consiglio d’Amministrazione non avrà un compito facile. Dovrà fare i conti con le conseguenze del disinteresse della maggioranza dei Comuni soci per le recenti decisioni strategiche:
* investimenti per 1 miliardo e mezzo di euro, prelevati per il 76% dalle nostre tasche tramite tariffa, che secondo i nostri calcoli aumenterà del 46%;
* obbligazioni per 135 milioni di euro, con una cedola dell’1,95 per cento, quotate alla Borsa di Dublino.
* spreco idrico: SMAT preleva quasi il doppio dell’acqua rispetto al fabbisogno della popolazione, con danni irrimediabili alla risorsa e all’ambiente. La stessa SMAT ammette “dispersioni idriche” di oltre 90 milioni di metri cubi/anno, ma le considera fisiologiche quando i petrolieri, dalle loro tubazioni per il trasporto dell’oro nero, non ne lasciano scappare neanche una goccia!
* una scarsa coscienza ambientale ha orientato la maggioranza degli investimenti sulle grandi opere e non sul rinnovamento prioritario e urgente delle rete idrica.
I vertici uscenti di SMAT hanno sempre vantato il buon funzionamento dell’azienda.
Noi riconosciamo che funziona bene secondo le logiche del mercato. Non basta.
Non è questa la volontà del popolo italiano espressa nel referendum del 2011.
Vogliamo di più e meglio:
perciò chiediamo un nuovo Consiglio di Amministrazione di SMAT
capace di gestire l’acqua come un Bene Comune e non una merce
con un’azienda di diritto pubblico, a gestione partecipativa, senza scopo di lucro.
Torino, 3 agosto 2017